Sanremo 2016

Ironico e con l'apparecchio: ecco il vero Gabriel Garko

Disinvolto e chiacchierone, quando è lontano dal palco, l'attore risponde a tutte le critiche della rete. Con allegria

Ironico e con l'apparecchio: ecco il vero Gabriel Garko

Lo sapevate che porta l'apparecchio ai denti? Ma lo sapevate che riesce a fare discorsi lunghi più di 5 minuti? Ma lo sapevate che spara battute a raffica, e pure divertenti? Sul serio, è proprio lui: Gabriel Garko, il bel valletto un po' impacciato che abbiamo visto in queste sere calcare il palco dell'Ariston vestito alla Cary Grant, che farfuglia i titoli delle canzoni, che s'impapera mentre legge il gobbo, che racconta di telefonate con la madre che dovrebbero essere divertenti e nessuno capisce.«Ho detto che sarei stato me stesso e l'ho fatto». Vuol dire che lei nella vita quotidiana fa gaffe, non riesce a parlare bene e cammina come uno stoccafisso? «Di gaffe ne faccio tantissime, non riconosco neppure gli attori famosi, invece al contrario di come sono apparso in queste prime sere, dove ha giocato l'emozione, sono molto sciolto, alla mano, parlo un sacco. Cosa mi frega sul palco? Che non posso dire parolacce, però poi le dicono tutti gli altri...». Giacca di pelle, maglietta nera come il volto abbronzato, scarponi, occhiali multicolore («la cosa arcobaleno che indosso io...») , Gabriel Garko, vero nome perché ha legalmente cambiato quello di battesimo Dario Oliviero, si rilassa su un divanetto bianco di un hotel sul mare, rielabora queste prime serate e mostra un lato di sé ben più giocoso e simpatico di quel che appare al pubblico festivaliero e che si vede nelle fiction che l'hanno reso famoso, da L'onore e il rispetto a Rodolfo Valentino. Dunque alla fine lei è un valletto o un conduttore? «Ma che m'interessa di come mi definiscono... E poi che c'è di male nel fare il valletto? Faccio quello che mi dicono, è già incredibile per uno come me essere stato chiamato qui a Sanremo». Se gli si ricorda il diluvio di commenti acidi che invadono il web, lui fa spallucce: «Tutto qui? Ho sentito ben di peggio... A casa ho un troll con un occhio e un orecchio coperti, non vedere, non sentire». Ma se le scrivono: «La Kidman parla in italiano meglio di Garko» si offende? «Macché, mi sentite, parlo bene in italiano. Ieri ho detto ho sceso le scale, ho controllato, è corretto...». E quest'altro tweet «Clamoroso coming out di Garko: sono un attore»... «Attore io? Mai pensato di esserlo! Quando stavo a teatro con Ronconi (nello spettacolo Quel che sapeva Maisie) ero in edicola nudo su un calendario e al cinema con il film di Tinto Brass Senso '45, a un certo punto ho fermato tutti e detto ma io che ci faccio qui?». In effetti se fatica a memorizzare i titoli delle canzoni, come fa a imparare le parti delle fiction? «Sul set è tutto diverso, mi calo nei personaggi, e poi posso ripetere le scene finché vengono bene... Le parole sul palco mi escono male anche perché ho questo apparecchio, un filo all'interno dei denti che mi fa incespicare la lingua" . Senta quest'altro commento perfido del web «Patty Pravo e Garko vanno dallo stesso chirurgo». «Ancora con questa storia: non mi sono rifatto gli zigomi, non ce li ho neanche... E quelle foto circolate con l'effetto botox erano tutte ritoccate...». Ma i capelli sono veri? «Eccoli qua, ci potrei tirar fuori un gatto...». Tralasciamo di riportare i tweet volgari sulle sue tendenze sessuali... «Ma sì, io ci gioco un sacco. Quando arrivo sul set la prima parola che dico sempre è: Ciucciamelo, pensa se mi sentissero quei perfidi che scrivono contro di me»... Bè, in effetti... Per chiarezza assoluta in platea c'è la sua fidanzata Adua, con cui sta da qualche mese. Mai pensato al matrimonio? «Mai, fare un contratto è come stare su una sedia avvelenata, è la tomba del sesso, si fa il sesso non l'amore, nel sesso puoi fare di tutto, nell'amore no...». Ah... E figli? «Li voglio, anzi ho anche aspettato troppo tempo, ho già 43 anni, ne vorrei adottare uno e farne anche altri». A proposito di adozioni cosa pensa dell'utero in affitto? «Vi racconto questa: una volta una giornalista russa mi fece un'intervista, poi mi perseguitò con continue richieste, mi braccava, si faceva trovare davanti al mio cancello, mi mandava biglietti: voleva il mio sperma per fare piccolo Garko, scriveva così...

Io non gliel'ho affittato».

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