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Istantanee d'autore per raccontare la vita

Ad Arezzo una personale di Maurizio Pichi. I suoi scatti rendono eterno il quotidiano

Istantanee d'autore per raccontare la vita

È alla sua quarta mostra, Maurizio Pichi. Aperta fino all'8 marzo allo Spazioseme di Arezzo (via del Pantano 36), raccoglie i suoi racconti per immagini dedicati alla città dove è nato e vive. I suoi soggetti preferiti sono le cose del quotidiano, piccoli oggetti consumati abbandonati su tavoli e marciapiedi, o le persone incontrate sulla strada che lo emozionano per gesti ed espressioni colti dal suo sentire. In pratica si occupa di street photography, termine inglese che riassume quel modo di inquadrare la gente e le situazioni del reale che sono lo specchio dei nostri tempi. «Io definisco i miei scatti come empatigrafi – ci dice Maurizio Pichi – nel senso che sono immagini consapevoli e partecipi: io ne sono coinvolto emotivamente. Mi capita perfino di prevedere le situazioni mentre stanno per accadere, e di riuscire così a cogliere un pezzo di vita altrui. Altre volte invece perdo il momento, sono più le foto che non ho potuto scattare, che ho perso».

Mescola di continuo colore e bianco e nero e tutte le opere che espone sono in formato quadrato 30x30. Partì nel 2011 caricando alcune immagini sul sito di condivisione Flickr e su altri social network e si rese presto conto delle sue potenzialità valutando le moltissime preferenze e i commenti che arrivano da altri utenti. «Fu questo a convincermi di poter proporre i miei lavori per una prima mostra. Si trattò in quel caso di una serie scattata e post-prodotta esclusivamente con iPhone e con App dedicate allo scopo». Il suo primo lavoro era un omaggio a Parigi, poi Venezia. Inizialmente assegnava titoli a ogni scatto, poi li ha tolti. «Ho smesso di titolare perché penso che le immagini possano parlare senza spiegazioni – prosegue – preferisco lasciarle alla libera interpretazione di chi le osserva. Sono convinto che la fotografia sia prima di tutto un mezzo per raccogliere e trasmettere emozioni raccontando storie in un linguaggio universale. L'azione del fotografare genera emozioni, un po' come la musica o la scrittura, ma in questi altri casi serve un retaggio culturale che per le immagini non è necessario». Oltre a volti e figure umane, troviamo lo stesso bicchiere di carta che l'autore usa come avatar per i suoi profili online, e poi acini d'uva, una piuma, pneumatici usati, frutti sbucciati, piatti vuoti, un giornale, un ramo che si staglia nel cielo, per una galleria che si compone di dettagli emozionali. Altre info su www.mauriziopichi.

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