Cultura e Spettacoli

"In Italia non ero nessuno. Ora sogno l'Oscar con il film di Lady Gaga"

Il pianista genovese firma la colonna sonora e suona in «A star is born» di Bradley Cooper

"In Italia non ero nessuno. Ora sogno l'Oscar con il film di Lady Gaga"

A Star is Born, il nuovo film di Bradley Cooper con Lady Gaga, quarto rifacimento del film originale del '37, vede anche la nascita di una star tutta italiana. Alberto Bof, compositore e pianista genovese ha infatti firmato alcune delle canzoni della colonna sonora, le ha suonate e le ha interpretate al fianco di Bradley Cooper che lo ha voluto con sé in questo ambizioso progetto già in odore di Oscar.

Quarantuno anni, la passione per la musica e per il mare, Bof ha iniziato a suonare quando aveva tre anni, spinto da un'irresistibile attrazione verso il pianoforte. Un amore che lo ha portato a lasciare l'Italia appena maggiorenne per approdare prima a Londra, poi a Parigi e infine a Los Angeles, dove ha messo a frutto le esperienze accumulate nei suoi viaggi.Oggi si presenta come uno dei compositori italiani più di successo e uno dei pochi a Hollywood ad avere avuto la fortuna e la capacità di partecipare a progetti imponenti, come il nuovo film di Johnny Depp, City of Lies, di cui ha composto la colonna sonora. Un nuovo Morricone? «Non esageriamo», dice lui ma qualche assonanza c'è sicuramente.

Una soddisfazione non da poco partecipare a un film così, no?

«Un'emozione incredibile. È esattamente quello che sognavo di fare sin da ragazzino. Faccio parte di una band con Lucas Nelson, il figlio di Willie Nelson. Dopo averci sentito suonare a un concerto in appoggio a Neil Young, Bradley Cooper ha deciso di assoldarci per la colonna sonora di A Star is Born. Dopo qualche tempo in studio poi, a Cooper, che è una macchina da guerra e una persona molto affabile, capace e disponibile, è venuta l'idea di usarci come band nel film e allora mi sono trovato anche sullo schermo, a suonare il piano. Mi hanno anche invitato alla première, non mi sembrava vero di calcare quel tappeto rosso».

Lady Gaga invece come le è sembrata?

«Quando ci siamo conosciuti mi ha dato un bacio che mi ha steso e sorpreso. Era come se fossimo vecchi amici. Sul set, nelle pause io suonavo e lei mi accompagnava. Sono stati momenti indimenticabili per me. Qualche tempo fa, a riprese finite ero a casa di un amico della troupe e stavo suonando, quando lei mi si è avvicinata da dietro, io non sapevo che ci fosse, e mi ha messo una mano sulla spalla dicendomi: Ho sentito e sapevo che eri tu. Mi sono emozionato».

Dove nasce la passione per il piano?

«Quando avevo tre anni una vicina di casa di Genova, nel quartiere San Fruttuoso ci regalò una vecchia pianola. Immediatamente cominciai a suonarla e ho ancora l'immagine mentale di me bambinetto che riuscivo a creare dei veri accordi».

Lei è partito da Genova, una città in difficoltà oggi.

«Ma sa che ho scritto, suonato e cantato una canzone per Genova proprio dopo il crollo del ponte Morandi?»

Ci racconta?

«Il giorno del crollo ho chiamato i miei genitori per rassicurarmi che stessero bene. Mia mamma era molto commossa e scossa. Lei non mi ha chiesto mai di fare nulla, ma quel giorno mi ha chiesto di scrivere un pezzo per Genova e io l'ho fatto. Si chiama Genova città nuova, ma non l'ho commercializzata. L'ho messa su Youtube per farla sentire a lei e agli amici, per dare anche il mio contribuito in questo momento drammatico».

Cosa le manca di Genova e dell'Italia?

«I panorami. Il cibo. Il pesto, la focaccia, e certo gli amici, i miei cari, ma per fare questo lavoro bisogna purtroppo emigrare. In Italia non ho avuto fortuna mentre in Francia, in Inghilterra e qui a Los Angeles ho lavorato con alcuni tra i migliori musicisti e compositori al mondo.

Non è solo Genova, è tutta l'Italia che vive un momento difficile».

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