Cultura e Spettacoli

Un kolossal kazako aprirà il Festival internazionale del film di Roma

Si tratta di "Aspettando il mare", costato al regista Bakhtiar Khudojnazarov sei anni di riprese. Sarà invece il cineasta americano Jeff Nichols a presiedere la giuria del concorso che si terrà nella capitale dal 9 al 17 novembre

Sarà «Aspettando il mare» di Bakhtiar Khudojnazarov ad aprire la settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma che si terrà nella capitale dal 9 al 17 novembre. Il nuovo lavoro del regista, sceneggiatore e produttore russo di origine tagika, autore tra l’altro di lungometraggi pluripremiati come «Pari e patta» (1993) e «Luna Papa» (1999), sarà presentato a Roma in prima mondiale. Il film, uno spettacolare kolossal che mescola generi e tradizioni culturali, ha visto impegnato Khudojnazarov per sei lunghi anni di preparazione e lavorazione.

Intanto il direttore del festival, Marco Muller, ha annunciato che sarà Jeff Nichols a presiedere la giuria che assegnerà il Marc’Aurelio d’oro per il miglior film in concorso. Il giovane (1978) cineasta e sceneggiatore americano non ha una lunga filmografia alle spalle ma i suoi lavori hanno mietuto ovunque premi e consensi. Come l’ultimo lavoro, «Mad», presentato quest’anno a Cannes e come «Take shelter» che, sempre a Cannes, ha vinto il premio della Critica nel 2011.

Il kolossal di Khudojnazarov, che verrà presentato fuori concorso, è il frutto di una coproduzione russa, tedesca, belga, francese, kazaka e ucraina; fra i protagonisti il divo russo Egor Beroev, il regista e attore tedesco Detlev Buck e l'attrice e top model Anastasia Mikulchina.

Il film rielabora il dramma di un villaggio sulla costa che una mattina si sveglia orfano del proprio mare. Solo il marinaio Marat (Egor Beroev) si oppone al destino e decide di trascinare la sua nave, ridotta a un rottame arrugginito attraverso il deserto, pur di ritrovare il mare e una ragione di vita. Con «Aspettando il mare», Khudojnazarov propone un maestoso affresco nel quale la volontà dell’uomo di non arrendersi alle tragedia della vita, è celebrato attraverso il filtro di un delicato realismo magico. Calato in un paesaggio mozzafiato, come un western ai confini del mondo, «Aspettando il mare» è uno spettacolare kolossal che incrocia innumerevoli generi e tradizioni culturali e spirituali che rischiano purtroppo di scomparire. Attraversato da uno sguardo imponente in grado di cogliere la bellezza mozzafiato delle vastità degli spazi kazaki, il film offre allo spettatore un mondo fuori dal tempo. Cavalli, cammelli, treni, aeroplani, sidecar, camion e navi. Maghi, veggenti, marinai. Passioni, avventure, tradimenti, sogni. E amore.

Bakhtiar Khudojnazarov, dopo sei anni di preparazione e lavorazione, ritorna ai fasti, al realismo magico che aveva caratterizzato di «Luna Papa» confermandolo ai vertici del cinema internazionale.

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