Cultura e Spettacoli

L'11 settembre è puro show. E l'America si divide sul film

Esce il thriller accusato di fare intrattenimento con na tragedia. L'attentato rivissuto all'interno delle Torri

L'11 settembre è puro show. E l'America si divide sul film

11 Settembre 2001. Due aerei dirottati si abbattono contro le torri del World Trade Center di New York. Un terzo velivolo si schianta contro il Pentagono, mentre un quarto, diretto verso il Campidoglio a Washington, precipita in Pennsylvania grazie al tempestivo intervento di alcuni passeggeri che riescono a sventare l'attacco dei terroristi al simbolo della democrazia occidentale. A parte i bambini tutti hanno in mente quel giorno. Ricordano il luogo e il modo in cui hanno appreso dei più gravi attentati terroristici contro l'Occidente di questo tormentato nuovo secolo. Quel giorno di 16 anni fa morirono 2996 persone, 6000 rimasero ferite. Un fatto di una tale portata che sino a oggi Hollywood non aveva osato metterci le mani. Qualche film, non solo indipendente, era stato realizzato (ad esempio United 93 di Paul Greengrass) ma fare puro intrattenimento su un tema tanto tragico per l'America pareva un tabù insuperabile. Oggi pare non sia più così.

9/11, il film diretto dall'argentino Martin Guigui in uscita negli Stati Uniti l'8 settembre in occasione del 16mo anniversario degli attentati, rompe questo tabù. Quella tragica cornice farà infatti da sottofondo ad un thriller che vede protagonisti Charlie Sheen, Whoopi Goldberg, Gina Gershon, Luis Guzmàn e Wood Harris. «Sia Charlie Sheen che Whoopi Goldberg sono nati a New York e si identificano moltissimo con la storia che raccontiamo», dice il regista, Martin Guigui.

Il film è incentrato sulla storia di cinque persone che rimangono intrappolate in un ascensore, nel World Trade Center, durante gli attentati, e sulla loro lotta per sopravvivere. «È un tributo a chi era lì e non ce l'ha fatta - spiega Charlie Sheen - ma anche a chi ha vissuto quell'orrore ed è sopravvissuto».

Dopo la pubblicazione del primo trailer, non sono mancate le polemiche. Nonostante sia stato apprezzato da molti il ritorno di Sheen in un ruolo drammatico, sembra che l'idea di trasformare quei tragici eventi in un thriller, che usa l'imminente crollo delle torri come una lotta contro il tempo per i protagonisti, non sia andata giù a molti. La trama è l'adattamento cinematografico dello spettacolo teatrale, Elevator, del 2011, che ricostruiva fra le altre cose i messaggi lasciati in segreteria dalle vittime e dai loro parenti in quel drammatico giorno, basandosi su fatti e persone realmente coinvolte nell'attentato. Ma si sa, il teatro nobilita, vari spettacoli teatrali a tema sono andati in scena a Broadway, dopo l'11 settembre. Un film, però, un thriller prodotto a scopo commerciale dalla prosaica Hollywood, scandalizza molto di più. E infatti attori e regista sono consapevoli del fatto che si parlerà molto del loro lavoro, e inevitabilmente anche in modo critico. «So che se ne parlerà ma non temo le critiche dice Charlie Sheen - Mi sento profondamente connesso con il materiale che abbiamo prodotto e spero che anche il pubblico, quando avrà modo di vederlo, apprezzerà». Lo stesso ingaggio dell'attore è stato fonte di polemiche. Per più di dieci anni, infatti, Sheen ha pubblicamente contestato l'idea che, dietro agli attentati dell'11 settembre 2001, ci fosse Al Qaeda.

Durante un'intervista rilasciata alla trasmissione Showbitz Tonight, nel 2006, l'ex protagonista di Due Uomini e Mezzo aveva dichiarato di credere che il crollo delle due torri fosse avvenuto a causa di una demolizione controllata. «Ho osservato con i miei occhi il secondo aereo schiantarsi contro la torre, non somigliava a nessuno dei velivoli commerciali che ho visto nella mia vita. Chiamatemi pazzo, ma qualcuno ci deve spiegare come ha fatto un aereo guidato da un terrorista a virare di 270 gradi a 500 miglia orarie, discendendo di 7000 piedi in due minuti e mezzo, a schiantandosi contro il Pentagono così facilmente». In seguito all'attentato, Sheen si era anche apertamente schierato contro l'allora Presidente USA George W. Bush: «Come mai Bush, dopo che gli è stato comunicato degli attacchi, ha continuato a leggere The Pet Goat con i bambini della scuola di Sarasota, in Florida, in cui era ospite, facendo finta di niente? Se i Servizi Segreti avessero dovuto agire a seguito di un vero attentato terroristico, lo avrebbero prelevato da quel luogo e protetto come se gli Stati Uniti fossero stati davvero sotto attacco». Insomma, sebbene quelle dell'attore siano opinioni in parte condivise da diverse persone, in tanti non hanno visto di buon occhio il fatto che sia stato scelto proprio lui come protagonista di 9/11.

Al di là delle opinioni, ricordare non è mai sbagliato.

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