Cultura e Spettacoli

Lady Chatterley, fu la moglie del giudice a leggere il libro

Luigi Mascheroni

«È un libro che lascereste in giro per casa? Che permettereste fosse letto da vostra moglie o dai vostri domestici?», chiese il pubblico ministero ai giurati. Il processo era per oscenità. Il libro L'amante di Lady Chatterley.

L'avventura editoriale e legale del celebre romanzo di David Herbert Lawrence (scritto in Toscana in tre successive stesure a partire dal 1925 e pubblicato per la prima volta a Firenze, in inglese, nel '28) è nota. L'opera fu da subito considerata oscena e immorale: sia per gli espliciti riferimenti sessuali (l'avvocato della procura fece il conto delle parole «volgari» usate da Lawrence, e del numero di amplessi descritti) sia per il fatto che una moglie potesse darsi con voluttà alla passione dei sensi (inaccettabile per la morale vittoriana, che considerava la donna sposata sostanzialmente passiva o asessuata) sia perché veniva immaginata una relazione tra una nobildonna e un uomo della working class.

Comunque il libro fu uno scandalo in tutta l'Europa, e specialmente nel Regno Unito, dove D.H. Lawrence era nato, nel 1885, e dove sarà pubblicato solo nel 1960 (quando l'autore era morto da trent'anni...) alla fine di un processo passato alla storia - fra i testimoni della difesa anche E.M. Forster e T.S. Eliot - che si concluse con un'assoluzione, permettendo al libro di diventare in brevissimo tempo un bestseller. Bene, ora a quella storia va aggiunto un dettaglio. Recentemente è stata ritrovata la copia del romanzo Lady Chatterley's Lover nella famigerata edizione Penguin (cioè in tascabile, e quindi fruibile a pochissimo prezzo da tutti) che fu di proprietà di Sir Lawrence Byrne, il giudice chiamato a presiedere il processo del 1960 con il quale di fatto in Inghilterra si chiuse l'era del moralismo vittoriano. L'esemplare sarà battuto all'asta da Sotheby's il 30 ottobre a Londra, partendo da 15mila sterline. Ma la sorpresa è un'altra, rivelata da una nota del catalogo di vendita. Ed è questa: fu la moglie di Sir Lawrence Byrne, Lady Dorothy Byrne, a leggere il romanzo per conto del marito, annotando con una matita blu le pagine e i passaggi con le descrizioni più «volgari».

Rispondendo così, nel modo più professionale possibile, alla domanda del pubblico ministero: «Sareste contenti se vostra moglie lo leggesse?».

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