Cultura e Spettacoli

L'amore a tempo di pop Tutti pazzi per "Violetta" la telenovela che vale oro

La storia ispirata a Saranno famosi è il nuovo cult under 14. A Milano i protagonisti sono stati attesi da migliaia di ragazzini

Nell'albergo milanese i sandali riempiono hall e corridoi di un tip tap inarrestabile, i badge al collo delle addette stampa ondeggiano nervosi, le troupe televisive si danno il cambio delle interviste, cinque minuti ciascuna: c'è poco tempo e quasi nessuno sgarra. Una nota giornalista arriva con due bimbe sui sette-otto anni (figlie? Figlie di amici?) che hanno preparato anche loro alcune domande, documentatissime, e non vedono l'ora di farsi fotografare con lei. Lei è Martina Stoessel, sedici anni, protagonista e stella della telenovela per ragazzini Violetta.

Operazione «scientifica» di intrattenimento familiare a cura di mamma Disney, girata a Buenos Aires con protagonisti provenienti sia dal mondo latino americano (Messico, Brasile, Argentina) che da quello europeo (ci sono due italiani nel cast, Lodovica Comello da Udine, e il campano Ruggero Pasquarelli), la serie racconta di una protagonista alle prese con la vocazione per lo spettacolo, che si trasferisce dalla Spagna in Argentina e frequenta una scuola di musica. Una sorta di Saranno famosi 2.0 o una versione lussuosa di Kiss Me Licia, che è arrivata alla seconda stagione con ascolti boom. C'è la musica, il ballo, qualche (contenuto) conflitto adolescenziale, l'amicizia, il dramma familiare, l'amore. C'è la lunga serialità che cattura il pubblico affamato di trame, ma con ritmo, umorismo e bei ragazzi, maschi e femmine.

E il pubblico, nella ventina di paesi in cui la serie è andata in onda ha risposto rendendo la serie, trasmessa da Disney Channel, sulla piattaforma Sky, un fenomeno di costume. Attualmente in Italia il cd con i brani musicali della prima serie è nella top ten, il libro Il mio diario, Violetta, è ai primi posti in classifica, il 18 e 19 maggio scorsi l'appuntamento al cinema dedicato ai fan ha visto la partecipazione di 275 mila ragazzini in 200 cinema. Dal 3 giugno è in onda la nuova serie, di 80 puntate, mentre la telenovela si prepara a sbarcare anche in Inghilterra, Germania e paesi scandinavi e il merchandising, dalle borse ai cuscini alle carte da gioco ai dolci, alle t-shirt, si diffonde implacabile.

Date le proporzioni del fenomeno, anche l'incontro milanese della stampa con i protagonisti della serie trasmette la sensazione di ritualità glamour delle grandi produzioni: sono presenti, oltre a Violetta-Martina, anche George Blanco, che nella serie è l'amoroso Leon, la new entry della seconda stagione Diego Dominguez, e Clara Alonso (Angela), oltre naturalmente ai due italiani del cast, Pasquarelli e Comello.

Tutti, nessuno escluso, si sentono disneyani doc e confessano un'ammirazione sin da piccoli per Hannah Montana, tutti nessuno escluso sostengono che stare insieme è come aver trovato una nuova famiglia, e che passano il tempo libero insieme «andando a correre, parlando, ascoltando musica, e cucinando la pizza». Per chi è lontano pesa la mancanza del rapporto con le famiglie d'origine, e un po' anche quello con gli amici e una scuola «normale»: «Anche se in fondo - nota un vivacissimo Pasquarelli - quella che stiamo facendo è una scuola a tutti gli effetti: di danza, di recitazione, di canto. Anche in questo momento stiamo parlando in pubblico, in un certo senso stiamo facendo scuola di italiano». Incontrata a parte, per qualche minuto, da Il Giornale, Violetta/Martina ha aggiunto qualche considerazione sulla sua vita da star: «A volte vorrei dormire di più, vorrei andare in vacanza con le mie amiche. Ma in fondo se penso che ci sono tante altre persone che non hanno le stesse opportunità me ne faccio una ragione» ha raccontato. Riguardo al rapporto coi fan ha aggiunto: «A volte mi chiedo come facciano a sapere dove mi trovo in ogni momento, magari anche se sono in bagno. Ma è solo questione di abituarsi. Nel complesso è una situazione piacevole, eccitante».

Situazione piacevole anche per i piccoli fan della serie, invasati di Violetta e i suoi amici, con qualche piccolo inconveniente per i genitori: dai forum in rete emerge che in parecchi si troverebbero nei guai di fronte alle rimostranze di una figlia: «Perché non mi hai chiamato Violetta?».

Ma anche questo, tutto sommato, rientra nella fisiologia della grande produzione, e nella commedia familiare che ogni fenomeno di costume globale porta con sé.

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