Cultura e Spettacoli

L'artista presenta il cd «Io» il primo dopo la separazione provvisoria della sua band

Era nei suoi piani da qualche anno il disco solista. Troppo ingombrante il peso de Le Vibrazioni, Francesco Sarcina ha mollato tutto e s'avvia da solo sulle strade del pop con l'album Io, che contiene i due singoli In questa città e Nel tuo sorriso, appena sfornate per debuttare a Sanremo.
Come si sente da solista?
«È un progetto che covavo dal Best of delle Vibrazioni. In fondo i brani della band li ho sempre scritti solo io. Il nostro rapporto artistico col tempo si è un po' avvizzito, è come stare sempre in famiglia, bisogna prendersi del tempo per se stessi. Ma tra due anni, o tra dieci, Le Vibrazioni torneranno a incidere dischi, siamo in un momento di pausa. Da solista rischio solo io, se mi va bene andrà meglio anche per Le Vibrazioni».
E a lavorare sul disco come si è trovato?
«È stato un punto di svolta. Non tanto per lo scrivere ma per gli arrangiamenti. Poi al produttore Roberto Vernetti è venuta l'idea di farmi suonare tutti gli strumenti. Aveva sentito un mio pezzo funky di 14 minuti scritto per una sfilata di moda; così ho dovuto studiare per mettere il suono al servizio delle canzoni. I pezzi sono stati scritti negli ultimi tre anni tranne Pagine, che è stata scritta 13 anni fa e ha un testo e una melodia più puerili degli altri. Ma mi commuove, mentre di solito mi commuovono i brani degli altri».
Per esempio?
«Mi fanno sciogliere Georgia On My Mind di Ray Charles e Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco».
Con che criterio ha estratto dal cd i brani per Sanremo?
«Nel tuo sorriso è stata scelta spontaneamente, mentre la incidevamo ci siamo accorti che l'accompagnamento dell'orchestra a Sanremo sarebbe stato l'ideale. In questa città è un bel pezzo ma tutti quelli del disco mi piacciono, quindi mi sarebbero andati bene tutti. Sono due brani moderni ma nella tradizione melodica del nostro pop. È il Festival della canzone italiana e bisogna seguire le sue regole, se vuoi fare musica alternativa vai al Tora Tora Festival».
Punta molto su Sanremo?
«È una macchina pazzesca che si muove e non si può fermare. È una sfida che mi piace. Abbiamo presentato i brani per il Festival poi io ho comprato, per la metà di gennaio, un biglietto aereo per gli Stati Uniti. Ho scoperto che mi avevano selezionato per Sanremo dai socila network».
E quindi oggi chi è Francesco Sarcina?
«Prendo atto del buono e del cattivo che c'è in me perché mi sono accettato e perdonato i sensi di colpa. In me oggi vivono tanti mondi, mentre prima c'era solo delirio e sofferenza.

Sono diventato un bravo ragazzo, sarà l'atmosfera del Festival».

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