Cultura e Spettacoli

"The Lego Movie", un delirio di fantasia al cinema

Tagliente, autoironica e spassosa celebrazione di un gioco che ha unito più generazioni

"The Lego Movie", un delirio di fantasia al cinema

Arriva nelle sale un lungometraggio d'animazione irriverente, stravagante e spettacolare che racconta l'universo Lego e piacerà non solo a tanti bambini di oggi ma anche a molti di quelli che lo sono stati dagli anni 50 in poi. "The Lego movie", questo il titolo del film per famiglie, è un fresco flusso di divertimento, fatto di battute in rapida successione e scenari incredibilmente fantasiosi e colorati. Nonostante i protagonisti assoluti siano i celebri mattoncini, pensare si tratti di un'avventura di giocattoli in stile "Toy Story" sarebbe un errore perché la storia strizza l'occhio a contenuti più universali e presenta molti riferimenti a "Matrix" e alcuni addirittura a "Tempi moderni" di Chaplin.

Emmet, anonimo omino Lego, è uno spensierato operaio che vive seguendo quotidianamente il manuale di istruzioni per fare qualsiasi cosa e senza mai elaborare un ragionamento che sia suo. Un giorno viene però erroneamente identificato come la persona che, secondo l'antica profezia di tale Vitruvius, salverà il mondo da un tiranno malvagio e maniaco del controllo che vuole porre fine a qualsiasi forma di creatività con un'arma segreta potentissima, la colla. Emmet, del tutto impreparato alla missione, imparerà presto che con l'aiuto di un collettivo di persone chiunque può compiere grandi imprese.

Il film di Phil Lord e Christopher Miller, già autori di "Piovono Polpette", non è solo la rassicurante predica su come ognuno sia speciale, ma anche un più sovversivo invito a non rispettare le regole e a combattere il conformismo sociale. Se da un lato "The Lego Movie" osanna commercialmente un marchio mondiale, dall'altro suggerisce che le grandi aziende attraverso l'intrattenimento rendano volontariamente inebetiti i propri clienti. Una contraddizione, questa, che pare essere portata avanti in maniera consapevole e compiaciuta, al punto che i registi ammettono con candore che si tratta di «un film anti-capitalista che parla di un'azienda capitalista» e rivendicano che l'ambiguità sia lo spirito stesso soggiacente al brand di costruzioni: ogni scatola infatti è corredata di regole di montaggio per ottenere determinate figure, ma a partire dagli stessi elementi è possibile creare qualsiasi cosa la fantasia voglia.

L'animazione è frutto sia del digitale sia di stop-motion con veri pezzi Lego che vanno a formare perfino nuvole, oceano, fumo ed esplosioni. Tra inventiva anarchica, ilarità sgangherata e logica da giochi d'infanzia, vediamo muoversi a ritmo frenetico una compagnia variegata di personaggi in versione Lego come Shakespeare, Abramo Lincoln, Gandalf, Wonder Woman e molti altri. Su tutti svetta, per irriverente cialtroneria, un divertentissimo Batman.

Nell'insieme sembra esagerato che oltreoceano questo film sia stato acclamato come un capolavoro, ma è sicuramente un prodotto riuscito, capace davvero di intrattenere genitori e figli.

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