Cultura e Spettacoli

Leonardo da Vinci ha 500 anni e ancora molte cose da fare

Leonardo da Vinci ha 500 anni e ancora molte cose da fare

Alla sua morte Leonardo da Vinci lasciò 22mila pagine di scritti, di cui solo 7mila sono giunti a noi dopo secoli di silenzio. È un lascito eclettico e poliedrico in cui la realtà è resa immaginifica e futuribile, eredità di una «genialità filosofica», l'opera della sua intera vita che più di ogni altra lo ha reso immortale, evocato, attuale.

Il palinsesto delle iniziative che l'Italia si appresta a realizzare in occasione dei 500 anni dalla morte - consultabili sul sito www.leonardocinquecento.it - non poteva che conformarsi a tanta poliedricità.

A corollario degli importanti eventi espositivi tra arte e scienza che si svolgeranno a Roma, Firenze, Milano, Venezia e Torino, 78 iniziative nazionali si fregeranno del logo del Comitato Leonardiano e oltre 150 manifestazioni saranno promosse in tutto il mondo attraverso i nostri istituti di cultura e il Ministero degli Esteri. Alle Scuderie del Quirinale di Roma, da domani fino al 30 giugno, apre i battenti la mostra Leonardo. La scienza prima della scienza inaugurando i 500 eventi nazionali che ci condurranno nei luoghi in cui le tracce delle ricerche leonardiane sono ancora vive territorio, come nel parco dell'Adda, nei navigli milanesi, nel territorio dell'Oltrepo pavese, mentre in 22 aeroporti sarà presentato il suo lascito nel campo del volo aereo.

Al passo con le moderne tecnologie il Ministero delle politiche agricole e del turismo presenta la realizzazione di «Leonardo 500», una app scaricabile gratuitamente da fine aprile che permetterà di costruire i propri itinerari leonardiani offrendo informazioni su eventi, orari, prezzi e conducendo il turista «fai da te» lungo inediti percorsi artistici, naturalistici e gastronomici dedicati a Leonardo. «La app - ha ricordato il ministro Gian Marco Centinaio - approfondirà la conoscenza di un lato inedito del genio vinciano, appassionato di cucina e sperimentatore anche in agricoltura». In effetti il rapporto di Leonardo con il vino è particolare e riscontrabile nei suoi scritti. Si sa che fosse estimatore del Malvasia che coltivava nella sua vigna milanese, donatagli nel 1498 da Ludovico il Moro a pochi passi da Santa Maria delle Grazie. Qui aveva una piccola abitazione che condivideva con i suoi allievi mentre dipingeva la parete del Cenacolo. Il 9 ottobre 1515 indirizzò una lettera all'amministratore della vigna lamentandosi della qualità del vino che gli aveva mandato e offrendo suggerimenti su come proteggere il vino dall'ossidazione e durante la fermentazione. L'interesse agronomico di Leonardo è dimostrato anche in molti scritti sulla pratica dell'interramento invernale, sui progetti di sostegno ai vitigni e sui modi di appendere l'uva ad appassire. Della sua vigna si occupò fino alla morte citandola anche nel suo testamento del 1519.

Dunque, saremo perfettamente in tema nel brindare a questo anniversario con un buon calice di Malvasia rendendo onore al genio italiano di ieri e di oggi nell'arte, nella scienza e nella buona tavola.

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