Cultura e Spettacoli

L'eterno fascino del mito al Teatro greco di Siracusa

L'eterno fascino del mito al Teatro greco di Siracusa

L'eternità del Mito, con il suo immenso patrimonio di simboli, immagini e personaggi emblematici, si materializza come per magia anche quest'anno sulla collina del Parco archeologico della Neapolis di Siracusa che ospita il più grande teatro greco d'Italia. Qui fino al 23 giugno, al tramonto, il dramma antico rivive attraverso l'esperienza di registi e attori di fama internazionale e giovani talenti, attirando un pubblico che si è quintuplicato in dieci anni. Qui, nella suggestiva agorà che in mezzo secolo ha visto recitare i più grandi - da Gassman ad Albertazzi - nei ruoli immortali degli eroi tragici di Eschilo, Sofocle e Euripide, intriganti riletture della classicità vengono messe in scena da traduttori, registi e bravi artisti teatrali come Isa Danieli, Ilenia Maccarrone, Vincenzo Pirrotta, Maurizio Donadoni e Anna Bonaiuto. Stavolta, in occasione del centenario dell'Istituto nazionale del Dramma Antico, la triade vedeva in cartellone due titoli sempreverdi: l'Antigone e l'Edipo re di Sofocle, rispettivamente diretti da Cristina Pezzoli e Daniele Salvo, più la commedia di Aristofane Le donne al Parlamento. Tre spettacoli che, attraverso le licenze dei traduttori e le invenzioni dei registi, hanno attualizzato personaggi complessi e densi di sfaccettature senza trascurare, come da tradizione, agganci alla realtà dell'oggi: il caos della politica, la crisi economica, il femminicidio. Più di una sfida in quest'edizione che ha visto negli inediti panni di Edipo uno statuario Daniele Pecci, bello e popolare grazie alle fiction, mentre Cristina Pezzoli ribalta la morale di Antigone (tra le note pianistiche del jazzista Stefano Bollani) mettendo i due protagonisti (Antigone e Creonte) per la prima volta sullo stesso piano etico, entrambi vittime ineluttabili delle convenzioni sociali e religiose. Ma è stato soprattutto Pecci la sorpresa di quest'edizione, la cui scelta per un ruolo impegnativo come Edipo aveva destato più di una perplessità. Eppure il sex symbol di serial televisivi come «Il bello delle donne» e «Orgoglio» (ma lo volle anche Ozpetek nel cast del film «Mine vaganti») non ha deluso; in scena barbuto e con una lunga treccia è il suo un Edipo molto fisico, prestante, ma anche singolare nell'idea di mostrare il volto dispotico del personaggio sofocleo. È stato del resto lo stesso attore - che è laureato in storia del teatro - a ricordare il suo esordio proprio nella tragedia classica.

E proprio in un cast di Edipo re: «Ma questa è un'occasione che a un attore capita una sola volta nella vita».

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