Cultura e Spettacoli

Liberate i poeti dalla «Giornata» dell'Unesco

Liberate i poeti dalla «Giornata» dell'Unesco

Ascolta ora: "Liberate i poeti dalla «Giornata» dell'Unesco"

Liberate i poeti dalla «Giornata» dell'Unesco

00:00 / 00:00
100 %

Come mai esiste la Giornata mondiale della poesia (oggi) ma non esiste una Giornata mondiale del romanzo? Ovvio. I romanzi resistono, si vendono, la poesia no. Anche i Baci Perugina, massimi promoter della poesia in Italia, hanno tradito i poeti: sui cartigli, ora, ci sono le canzonette di Emma, che scandalo. Secondo l'Unesco, che ha varato la fatidica Giornata, i poeti vanno salvaguardati. Manco fossero dei panda. In realtà, i poeti non sono panda. Sono zanzare. Ti rompono le palle per avere una recensione, ti ronzano intorno impetrando una citazione almeno. Il problema non sono i sedicenti poeti sempre troppi, tutti in fila a pubblicare le loro lenzuola ma la poesia. Con la scusa di salvare la poesia dall'estinzione, l'Unesco l'ha ghettizzata. Dove sono i poeti, in Italia? Non sono nelle scuole, dove vige una idea catacombale della poesia, fatta di cari, rognosi estinti. Non sono in tivù. Non sono sulle prime pagine dei giornali. Come mai? Eppure, una frase di Milo De Angelis, un affondo di Valerio Magrelli, un aforisma di Andrea Ponso, un distico di Gian Ruggero Manzoni squarcerebbero la testa dei lettori più di un titolato e telecomandato elzevirista. Il poeta una volta si meritava il Gulag o il confino, ora è confinato nell'indifferenza o nel solipsismo dei quattro poeti sfigati al bar.

Questo, a dire il vero, non è il male. Anzi. Nel tempo in cui tutti sbraitano «io» e si fanno trovare, il poeta vuole farsi cercare, ha scambiato l'ego con la meraviglia, detiene il privilegio della povertà. «Stranezza inesorabile! Da una vita mal difesa, rotolare fino ai dadi vivi della felicità», scrive René Char. Potreste masticare questo verso fino alla fine dell'anno. Già. Ma cosa bisogna leggere, oggi, quando il sonno della critica genera mostri editoriali? I libri di poesia sono rari come l'oro, abitano uno splendore corsaro. Tra i recentissimi, i memorabili sono I destini minori di Isacco Turina (Il Ponte del Sale), con versi di metallica bellezza (Si spoglieranno gli angeli/ durante il temporale e pelle e piume/ offriranno alle carezze dei lampi) e Il moto delle cose di Giancarlo Pontiggia (Mondadori), un'opera di devastante nitore, che mescola Parmenide alle escursioni nella materia oscura («s'indedala, il tempo, in un sonno/ di semi e di stampi, vedi// ciò che sei, in te, dentro di te, ma non in te, in altro/ moltiplicato»). Altri libri decisivi, più a ritroso, sono: Combattimento ininterrotto di Alessandro Ceni (in assoluto, il poeta più ispirato di oggi), Aprile di là di Francesca Serragnoli, Un esilio perfetto di Federico Italiano. Va detto, poi, che uno dei romanzi più vivi degli ultimi anni Tiziano Scarpa dixit Tutte le voci di questo aldilà, è il romanzo scritto da un poeta, Andrea Temporelli. «Non si scrive per guarire, si scrivono versi perché si è già morti, si impugna la penna per uccidere tutte le voci di questo aldilà. Si scrive per magnificare il niente che stringiamo fra le dita», scrive lui. I poeti non vogliono stare nella prigionia di una Giornata mondiale. Dategli le prime pagine dei giornali. Dategli un pulpito. Non vi faranno la predica.

Prediranno rose, rivolte, risa.

Commenti