Cultura e Spettacoli

Lino Banfi: "Vi spiego il (vero) motivo del successo di Checco"

L'attore si esprime sul film che lo ha visto protagonista: "Checco è normalissimo e colto"

Lino Banfi: "Vi spiego il (vero) motivo del successo di Checco"

Lino Banfi, che nel film Quo Vado? di Checco Zalone interpreta un senatore da Prima Repubblica, conosce il segreto di Checco. Quello che può raccontare un attore consumato come Banfi è il perché degli incassi da record. Il segreto, a quanto pare, sta soprattutto nel tandem ben riuscito tra Zalone e Nunziante, il regista del film.

"Non ci sarebbe Zalone - ha detto in una intervista al Fatto Quotidiano - non al cinema almeno, senza Nunziante. Uno è un 14 carati e l’altro un 18: insieme formano un oro ancor più prezioso. Sono due persone colte e mirabili: due persone perbene. Si completano, si capiscono con uno sguardo. Meticolosissimi".

Sulla critica cinematografica, spesso lontana dall'umore del pubblico, aggiunge: "Se ci chiamassero per consegnare un David di Donatello, si incazzerebbero tutti i colleghi. Non dico per premiarci: dico anche solo per consegnare un premio. Sarebbe già un sacrilegio: i premi li deve vincere Pupi Avati, mica noi. Checco lo sa e ci gioca molto".

Ma le capacità di Zalone non sono in discussione. E il suo segreto? "Anzitutto la fisionomia: è giovane, ma rappresenta anche la mezza età. Ha una comicità modernissima, ma sa giocare sul filone classico. È normalissimo, eppure coltissimo. Incarna in un corpo solo tre epoche diverse di comicità. È antico e moderno, anzi postmoderno. E ha tempi di battuta musicali: non gli sfugge mezzo dettaglio".

Inoltre quello di Zalone non è certo un successo momentaneo. Secondo Banfi puà "durare almeno 20 anni". "Zalone cresce a ogni film - aggiunge - non è un artista destinato a esaurirsi in 4-5 anni. Anch’io avevo molti spettatori, mai però quanto lui. Neanche negli Ottanta c’erano fenomeni simili. Eppure era un decennio d’oro: Benigni, Troisi, Verdone, Nuti, Benvenuti. Non ne faccio una questione di talento, ma nessuno aveva allora i numeri di Zalone. Al limite Celentano. Erano anni buoni, capitava di fare 5 miliardi al botteghini.

Poi arrivava Adriano e faceva 20 miliardi".

Commenti