Cultura e Spettacoli

Lucrezia Lerro L'estate da sogno (e depressione) delle ragazze

Fabrizio Ottaviani

La «tricotillomania», la patologia di cui soffre la protagonista del romanzo di Lucrezia Lerro, Corinna, è l'impulso irrefrenabile a strapparsi i capelli. Un passato di soprusi familiari ha fatto della ragazza, che studia Lettere a Firenze, una depressa che dorme l'intera mattina e si abbandona a crisi di pianto nel sottotetto dove trascorre una bohème studentesca che terminerà prima del tempo, se non riuscirà a vincere una borsa di studio. A salvarla dall'abisso contribuisce l'incanto di Firenze, città d'arte fuori dal giro, ma a darle una mano per esempio acquistando i costosi libri di testo necessari a superare gli esami c'è anche Jacopo, che vive a Milano. Quando Jacopo scende a Firenze, le giornate passano lievi, fra sale da concerto, ristoranti e visite ad amici pittori. Si tratta di un rapporto solido, carnale e ad un certo punto i due fidanzati partono anche per un viaggio in Brasile. Si tratta di un viaggio forse solo sognato, ma è il sogno la dimensione dominante nel libro della Lerro. Anche le tredici prostitute che danno il titolo al romanzo (L'estate delle ragazze, La nave di Teseo, pagg. 248, euro 18; sarà presentato domani alle ore 18 al Piccolo Teatro di Milano) sono un'allucinazione.

Se fosse possibile assegnare i romanzi ad uno dei quattro elementi, come si fa con i segni zodiacali, questo sarebbe un romanzo d'aria: se non altro perché la vicenda è narrata all'imperfetto, un tempo verbale che evoca processi trascorsi, non puntuali. Racconta un «esilio dalla vita», ha ragione Jacopo, esilio solo in parte negato dalle ambizioni letterarie di Corinna, che pure hanno un esito a dir poco trionfale. A questo punto la recensione potrebbe terminare, non fosse che a metà del libro, come innescate da una svolta umorale, più che stilistica, alcune fiammate inattese colorano il romanzo della labilità. Penso ad alcune scene di alterchi con tassisti maleducati, se non protervi, e poi alle pagine del racconto che Corinna va scrivendo. Per esempio il dialogo sul treno con l'immaginario scrittore di bestseller Ermanno de Sestri è molto buono. «Poteva essere un romanzo tragicomico sui sentimenti peggiori dell'umanità. L'invidia, la sopraffazione, la gelosia, l'ingordigia, l'avidità», osserva Corinna.

Dimostrando di aver infine compreso quale creta siano condannati a modellare i nipotini di Dickens.

Commenti