Cultura e Spettacoli

Magie di Salonen al Ravello Festival

Estate, tempo di musica all'aperto. In passato c'era chi ammoniva essere consentito all'aperto il solo gioco delle bocce. Questo ci torna in mente puntualmente quando anche nelle arene più suggestive il suono delle orchestre smagrisce fino a diventare agro, filiforme o anemico e le voci umane scompaiono a capriccio dei venti. Per ovviare si usa ricorre a «rinforzi» (amplificazioni) che snaturano il suono. Spesso all'aperto ci si accontenta, perché la musica è circondata da scenari straordinari che suppliscono alla mancanza di ritorno acustico. Sul Belvedere di Villa Rufolo, a strapiombo sulla conca marina di Maiori, si svolgono i concerti di «Ravello Festival», perla estiva della Costiera amalfitana. Di giorno la partitura sonora è scandita dagli elicotteri della Forestale: sarebbero piaciuti a Stockhausen, se non fossero un memento alla follia di piromani e profittatori. A sera, sopiti roghi e vapori africani, la luna piena e le collane di lumi della costa cilentana, operano un incantesimo. Dopo aver ascoltato il concerto della celebre Philharmonia Orchestra di Londra sotto la guida di Esa-Pekka Salonen abbiamo compreso l'inutilità dei rinforzi. Grazie anche a Eolo, il quale, proseguendo le ferie, ci ha consentito il notturno apprezzamento dell'alta qualità del suono e la percezione della non comune raffinatezza concertativa di Salonen - per esempio la Seconda sinfonia di Beethoven, riportata a proporzioni agili, tempi scattanti e «rapporti» giusti.

Bellissima sera di musica, in attesa che Giove Pluvio torni a fare il suo dovere, magari propiziato dall'uragano beethoveniano della Pastorale.

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