Cultura e Spettacoli

Una merenda in riva al mare la visita al figlio sbagliato e la lettera al "Padre Terno"

La comunità del "San Benedetto" vissuta giorno per giorno. Fra angoscia, piccole gioie e ironia

Una merenda in riva al mare la visita al figlio sbagliato e la lettera al "Padre Terno"

Per gentile concessione di Oltre Edizioni, pubblichiamo alcuni brani dal "Diario di San Benedetto", il primo "giornale manicomiale", che vengono riportati (errori ortografici compresi) in Cronache dal manicomio di Roberto Vecchiarelli, tra pochi giorni in libreria.

Pesaro 1 novembre 1872

Secondo un'antica consuetudine si distribuiranno Domenica pros. ai ricoverati che lavorano durante l anno, alcuni premii, e tale distribuzione sarà accompagnata da un po' di festa a cui prenderanno parte oltre a tutti gl'industriosi anche i ricoverati che non hanno lavorato. I ricoverati poi che saranno premiati sono qui sotto distinti onde i parenti sappiano che non stanno sempre colle mani in mano come potrebbero credere. Per diligenza allo studio, per servizio alla cucina, per servizio di pulizia, addetti alla sartoria, addetti alla calzoleria, addetti all'officina del falegname e fabbro, giardinaggio, lavori di muratore, addetti ai lavori di paglia.

Mors.

Una gita al mare

Chi potesse avere ore di sciopero, e provveduto di un telescopio portarsi di frequente sulla sommità di un monte, specialmente in quello di S. Bar. Che è assai perspicente al mare, vi vedrebbe tante delle volte comparire avanti agli occhi tanti piccoli bastimenti all'alto mare spessi spessi affollati, che da lontano paiono tante mosche, diretti quali alla pesca, quali ad oggetti di trasporto, e mentre paiono immobili si vedono scivolare sulle onde a tutta lena per entrare nel porto. Sotto al suddetto monte non vi è pianura, ma tutta spiaggia di mare; a lato vi si scorge una grande raffineria di zolfo, dove si vedono solamente trasportare oggetti e materie per quella officina; poco da lungi è un sito ben comodo al nuoto per una quantità di alienati, i quali vi si portano di giorno in giorno, quando la stagione lo permette, a tuffarsi in quelle onde, per beneficio della salute. Prendono seco la loro merenda, e dopo il bagno si pongono in un prato di grande verdura, coricati sulla terra, e vi si adagiano a cibarsi, nel mentre stanno godendo dello spettacolo del tramonto, ed appena compiuta la lieta funzione ritornano alla loro dimora: metodo utile per rendere attivi e solerti, specialmente quelli a cui si può sperare che tali bagni possano giovare nella mente e nella corporatura.

Mors. (1872)

Un curioso aneddoto

Due contadini (marito e moglie) dopo lungo e faticoso viaggio giungevano giorni sono all'Ospizio onde visitare il proprio figlio qui ricoverato da molti anni; per un equivoco fu loro condotto d'innanzi un povero ebete, il quale non appena fu loro vicino fu l'oggetto di continui abbracci e di profuso dimostrazioni di gioia.

Essendo qual povero diavolo un po' imbecillito, come già dissi, così il sorriso insignificante, i monosillabi e gli scuotimenti di capo coi quali egli rispondeva alle incessanti domande, venivano interpretati per altrettanti segni di soddisfazione che avrebbe espresso il piacere procuratogli da una visita tanto inaspettata.

Ma chi potrebbe mai descrivere la meraviglia e la sorpresa di quei genitori quando entrarono nella camera il vero figlio ed un impiegato a farli accorti dell'errore in cui erano caduti. È mai possibile che dei genitori anche dopo trascorso qualche tempo, non riconoscono un loro congiunto?

Eppure questo fattarello è più che vero. Il vero figlio per disavventura venne privato, dal supposto, di tutti i dolci, delle ciambelle e d'altre cose che gli sviscerati genitori avevano seco loro portato.

Ma al mondo si sa, che la sventura non guarda in faccia a nessuno: quel giovinotto era destinato a non gustare i prelibati regali paterni, la natura però lo ha compensato donandogli la perduta salute; così avvenisse ogni giorno.

B.G. n.18 (1872)

Come accennammo nell'ultimo numero di questo Diario, la Colonia comincia ad avviarsi; infatti, di questi giorni alcuni alienati vi si recarono e vi passarono l'intera giornata, lavorando di buona lena intorno ai restauri che sono richiesti dallo stato in cui trovasi la casa colonica, nonché dallo scopo al quale la medesima è d'ora innanzi destinata. Il nostro collaboratore

Sig. B.G. n.18 ne darà dettagliata descrizione. (1875)

Ad un Giornale redatto in un Manicomio è danno non leggero la tutela di soprintendenza esercitata da uomini, i quali senza dubbio sono savi. Un Diario che comincia con contraddire a se stesso, uscendo in pubblicità quando più se ne solletica la voglia, dovrebbe tutto intiero essere raziocinato dagli incriminabili pazzi che hanno il loro giorno di vita in questo ben simpatico presepio: ed allora il Sig. Direttore dello Stabilimento potrebbe aver buon in mano, da decidersi sulla questione che spesso muove; vale a dire che sia più matto Egli o Io, che sono trattenuto qui dentro, come privo d'intelligenza.

(1880)

Signor padreterno

Sarebbe tempo di finirla se il vostro patriota San Pietro che passeggia per i tetti del Manicomio non mi riderà in faccia. Questo vecchio potrebbe calar giù e legandomi per una corda e poi tirandomi su fini da Voi. La Luna non mi dà luce e il calore, facendomi bere e dormire dove tanti vostri compatrioti, perché vogliono tutta la Repubblica e non sanno far niente. Mi diverto a cantare, vedendo se vi svegliate per sciogliermi dalle catene che i vostri compatrioti falsi mi hanno legato. Finalmente ci è la giustizia anche per Voi, perché i vostri generali comandanti più di voi e non mi ridono. Ancora colla ferrovia volante potrei venir su, perché regalando senza tante promesse che i vostri compatrioti mi hanno rubato. Finalmente Voi mi perdonerete, perché restando nel Manicomio siete diventato matto anche Voi, e se vado di questo passo, la Luna col Sole si sposano e non dico altro. Sia benedetto il vostro nome e accidenti a chi vi parla più. Voi avete capito e basta.

Il vostro chi sapete voi. (1885)

L'indirizzo poi è il seguente: Al Signor Padre Terno raccomandata al Papa del Vaticano per la consegna. Roma

Preceduto dal concerto musicale dello stabilimento e seguito da alcuni ricoverati, del giorno 11 scorso si accompagnava all'ultima dimora la salma del Sig. U. G. l'ospite più antico del Manicomio (dopo 33 anni di soggiorno). Il Sig. U. fu imprigionato per delitti politici durante il governo papale, e nella prigione stessa ammalò la sua mente.

(il redattore)

Commenti