Cultura e Spettacoli

Michelle Hunziker torna in tribunale: "Se va male portatemi le arance"

La showgirl è stata accusata di diffamazione perché ne 2010 con il giornalista Max Laudadio aveva smascherato un'agenzia che chiedeva sesso in cambio di lavoro

Michelle Hunziker torna in tribunale: "Se va male portatemi le arance"

Domani Michelle Hunziker torna in tribunale: "Se va male mi portate le arance in carcere":

La showgirl svizzera, durante la conferenza stampa di presentazione di Striscia la Notizia, ha risposto ad alcune domande riguardanti il processo di domani. La Procura di Rimini, infatti, ha chiesto per Michelle sei mesi di reclusione perché nella puntata del tg satirico mandata in onda il 17 marzo del 2010, il giornalista Max Laudadio aveva smascherato un'agenzia che, in cambio di sesso, offriva lavoro ad alcune modelle minorenni. La Hunziker aveva offerto la sua testimonianza e ora deve pagare pegno.

Rodolfo Mirri era il proprietario di questa società di Riccione che, sentendosi offeso e diffamato, ha denunciato Michelle Hunziker e Max Laudadio. "E' stata chiesta una condanna di 6 mesi di carcere per me, perché a Striscia la notizia Max Laudadio aveva trovato il manager Rodolfo, in arte Rodì Mirri, che cercava di portarsi a letto le ragazzine minorenni promettendo un lavoro - spiega la showgirl durante la conferenza stampa -. Io ho dato una testimonianza di 15 secondi e sono stata querelata per diffamazione: il pm ha ritenuto di darmi sei mesi, domani ci sarà la sentenza".

Michelle è difesa dell'avvocato Bongiorno e, in più occasioni, il suo legale ha già illustrato come non sussistano i presupposti della diffamazione perché la propria assistita non ha nessun interesse privato, ma solo la volontà di denunciare quel "metodo" pubblicamente. E di tutelare "le bambine, le ragazze, per far capire loro che non si ha successo facendo sesso".

La bellissima Michelle anche questa volta si è messa in campo per difendere le donne, per difendere tutte quelle donne che sono vittime di violenza e soprusi.

E che spesso non hanno il coraggio di denunciare i loro aguzzini.

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