Cultura e Spettacoli

Da Milano a Napoli sette scrittori tornano "sul luogo del delitto"

Parte stasera su Premium Crime il programma che racconta l'Italia criminale dei romanzi

Da Milano a Napoli  sette scrittori tornano "sul luogo del delitto"

Italiani popolo di santi, poeti, navigatori. E anche un po' di investigatori. Più immaginari che reali certo, nati dalla fantasia di scrittori e autori televisivi, ma non per questo meno amati dal pubblico. Una schiera di avvocati, ispettori e poliziotti che non smettono di piacere perché magnificano il vizio italico, che è anche un po' virtù, d'interessarsi ai fatti altrui. Mette insieme baracca e burattini il canale Premium Crime con il programma Sul Luogo del Delitto, in onda alle 22 da stasera e per i successivi sei mercoledì.

Un viaggio alla scoperta dell'Italia «nera», in compagnia di sette fra i più famosi giallisti italiani, che hanno scelto il territorio da cui vengono per ambientare per i loro delitti cartacei. Apre le danze Massimo Carlotto, che attraverso i suoi Cocaina e Morte di un confidente, rivela i lati più nascosti di Padova. Si parte da Piazza delle Erbe, che è anche il luogo dove l'investigatore Buratti inizia sempre le indagini. Spaccio, vera piaga della città, che si mescola a spritz, affari, escort, delinquenti, polizia. Tutto passa sotto i portici di Padova, «che se non fosse così bella non potrebbe essere perdonata».

Seconda tappa la Milano, o meglio la Quarto Oggiaro di Gianni Biondillo. Con il ponte Palizzi «dove si potevano trovare frigoriferi rotti, pornazzi abbandonati, copertoni, cadaveri» a fare da linea di confine tra la città e una periferia «più ai margini mentali che fisici». È questo il luogo dove Biondillo inscena l'omicidio della sua opera prima Per cosa si uccide.
Una Bologna mistica, esotica ed esoterica è quella che rincorre la Guerrera, alias Elisa Guerra, appassionata di salsa, rum e protagonista di Tú la pagarás! e Fuego di Marilù Oliva.

Archiviati i canonici «dotta, grassa e rossa», in compagnia della scrittrice si scopre una città pericolosa e sanguigna, con un groviglio di trappole annidate tra i vicoli. E poi la Bari assolata e notturna, indifferente e criminale, ricca e disperata dell'avvocato Guerrieri, creatura di Gianrico Carofiglio, che nei quattro romanzi della serie ne percorre ogni angolo.

Dalla fiera del Levante, al quartiere S. Girolamo, tutt'ora teatro di guerra tra clan, alla linea di confine tra la Bari «bene» e quella di cui aver paura, rappresentata dal passaggio tra i quartieri Murat e Libertà.

Ma il crimine non si ferma alle città anzi, come spiega Marco Malvaldi, che ambienta la sua serie di gialli in provincia di Pisa «è durante le giornate sempre uguali che una minima perturbazione scatena una tempesta». E allora il bar diventa il punto di partenza per le investigazioni, con «i vecchietti che diagnosticano, il barista che risolve e tutto torna al suo posto. Tranne per il fatto che qualcuno è morto».

Stesso punto di partenza per Paolo Roversi, che sceglie la bassa padana e la quotidianità che scorre goccia a goccia per ambientare L'ira funesta.

Chiude il ciclo Maurizio De Giovanni, con la sua Napoli fatta a strati, vicini ma incomunicabili. Quella anni '30 del Caffè Gambrinus e del teatro San Carlo nella quale si muove il commissario Ricciardi, e quella contemporanea dell'ispettore Lojacono e della sua squadra: I Bastardi di Pizzofalcone. «I romanzi neri percorrono le strade delle città, ne analizzano l'odore», dice De Giovanni.

E così che la rendono un personaggio vero e proprio.

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