Cultura e Spettacoli

Il miracolo di Ammaniti: "Debutto da regista direttamente per la tv"

Lo scrittore è anche autore della nuova serie sulla fede in onda su Sky Atlantic da martedì

Il miracolo di Ammaniti: "Debutto da regista direttamente per la tv"

Un pacco di soldi e fine della solitudine, per lo scrittore cinquantenne stanco di stare tra sé e sé: è l'evento prodigioso de Il Miracolo, serie tv in otto puntate, targata Sky e girata da Niccolò Ammaniti, scrittore amato da più generazioni e dall'8 al debutto come regista, in esclusiva su Sky Atlantic HD. Ad affiancare uno degli autori italiani più tradotti nel mondo e più saccheggiati dal cinema L'ultimo capodanno di Marco Risi; Branchie di Francesco Martinotti; Io non ho paura e Come Dio comanda, entrambi di Gabriele Salvatores e infine Io e te di Bernardo Bertolucci c'è un team di badanti tecnici: Francesco Munzi e Lucio Pellegrini, per la parte registica e Francesca Manieri, Francesca Marciano e Stefano Bises, per la sezione scrittura. Un bel po' di professionisti della Settima Arte, intorno al vincitore dello Strega (Come Dio comanda, 2007), stregato dalla tivù.

Il risultato è straniante: sembra d'essere in un film di Sorrentino, con Roma godona fotografata al meglio, tra preti ludopatici che grattano furiosamente biglietti della lotteria a Porta Maggiore e battone vaganti nella notte, rimorchiate dal prete suddetto, che vuole sesso in macchina.

Ormai, la Capitale infetta è un format che si vende bene all'estero e cosa c'è di meglio che puntare sull'elemento religioso, la Fede, in lotta perenne con la carne e i suoi inganni? Non a caso, qui si cita la Lettera di San Paolo ai Romani: chi vive in balia della carne, muore. Così, quando un premier che somiglia a Fico (però, più magro: è il bravo attore Guido Caprino, noto come il Commissario Manara del piccolo schermo) è chiamato da un generale, capo dei Servizi Segreti, a fare un sopralluogo urgente, dentro una piscina svuotata dopo un sequestro, si scopre una Madonnina di plastica. 2 chili di polimeri, per 30 centimetri e 9 litri di sangue all'ora, versati dagli occhi della statuina, ex-possesso del boss Molocco: il plasma è vero, come testimoniano le analisi dell'ematologa Alba Rohrwacher. Ed è tanto, denso, nerastro. E vale un problema di ordine pubblico: il premier sta per affrontare il referendum sull'uscita dall'Unione Europea, mentre la statuina lacrima.

Sarà una pompetta? Un trucco? Goccia a goccia, si riempiono catini e c'è chi dubita (il politico), chi crede (il prete chiamato a interpretare il miracolo) e chi, come la scienziata, spera davvero. E mescola il sangue pianto dalla statuetta al brodino che beve la madre inferma: infatti, all'improvviso, la mano scheletrita dell'anziana immobilizzata in un letto, scatta e afferra una mosca nell'aria... Intanto: sesso al W.C. tra la moglie del premier, Elena Lietti, ossuta e con naso importante come Agnese Renzi, e un cantante sconosciuto; incursioni della mala in chiesa, mentre il prete borderline impartisce l'ostia ai fedeli («Er corpo de Cristo? Nnamo, va'!»); il cupolone di San Pietro in notturna, l'Aventino al tramonto e i giochi perversi di due bambini. È La grande bellezza più Gomorra, con un pizzico di Codice da Vinci: l'estetica dello smalto sulle carogne. Che funziona, in termini di audience: Sky già prepara la seconda parte de Il Miracolo.

«Non sapevo neanche quanto fosse grande un carrello, ma il passaggio alla tivù era nell'aria. Guardo molto la televisione e m'aveva colpito una scena della serie Black Mirror, con un primo ministro che deve avere un rapporto sessuale con un maiale: doveva assumersi l'onere. E questa Madonnina spalanca domande», spiega Ammaniti, creatore della serie, che ha scritto e diretto. Non senza il dispiacere di poterne trarre, invece, «un bellissimo libro». «Mai girato tanto per Roma: un culo così! Ma lavorare con gli umani è bello!».

Parola di scrittore amante della tivù.

E del rosso sangue alla Stephen King.

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