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Morto lo storico Walter Laqueur, smontò l'accusa di "islamofobia"

Si è occupato di fascismo, nazismo, terrorismo. Profetizzò la fine dell'Europa, distrusse i luoghi comuni del buonismo

Morto lo storico Walter Laqueur, smontò l'accusa di "islamofobia"

W alter Laqueur, tra i massimi studiosi della storia europea del XX secolo, specialista di fama mondiale nella storia della violenza terroristica, è morto ieri nella sua casa di Washington all'età di 97 anni. Era nato il 26 maggio 1921 a Breslau, nella Bassa Slesia, all'epoca in Prussia, oggi Wroclaw, in Polonia, da una famiglia ebrea.

Si è occupato, nei suoi molti libri, di fascismo, sionismo, terrorismo e antisemitismo. Nella sua lunga carriera Laqueur è stato direttore dell'Institute of Contemporary History e della Wiener Library di Londra e presidente dell'International Research Council del Center of Strategic and International Studies di Washington. Ha diretto con l'altro peso massimo degli studi storici George Mosse il Journal of Contemporary History e ha insegnato Storia contemporanea all'università di Tel Aviv e alla Georgetown University. Laqueur è autore di saggi tradotti in tutto il mondo, fra i quali in italiano La Repubblica di Weimar (Rizzoli, 1977), Storia del terrorismo (Rizzoli, 1978), Il terribile segreto. La congiura del silenzio sulla «soluzione finale» (Giuntina, 1995), Il nuovo terrorismo. Fanatismo e armi di distruzione di massa (Corbaccio, 2002), Fascismi. Passato, presente, futuro (Tropea, 2008) e Gli ultimi giorni dell'Europa. Epitaffio per un vecchio continente (Marsilio, 2008). Walter Laqueur emigrò in Palestina nel 1938 e visse in Israele fino al 1955, prima di trasferirsi a Londra e poi negli Stati Uniti. I suoi genitori, impossibilitati a lasciare il Terzo Reich, morirono nei lager nazisti. Nel 1955 Laqueur si trasferì a Londra. È stato visiting professor a Harvard, all'University of Chicago, alla Tel Aviv University e alla Johns Hopkins University.

Ne Gli ultimi giorni dell'Europa aveva spiegato l'origine del termine «islamofobia», parente stretta del razzismo. Un'accusa inconsistente volta a screditare chiunque metta in discussione i dogmi del politicamente corretto. Laqueur spiega così l'origine della parola: «Cominciò a essere usata correntemente nel 1998 dopo la pubblicazione di un rapporto del Runnymede Trust, una fondazione inglese che ha la missione di combattere la discriminazione razziale e di mantenere buone relazioni fra le minoranze etniche. Il gruppo di lavoro che affrontò il problema della paura e dell'odio per l'Islam e i musulmani era guidato dal professor Gordon Conway, biologo, vicerettore dell'Università del Sussex e poi presidente della Rockefeller Foundation». Secondo la commissione, l'aspetto della discriminazione renderebbe l'islamofobia assimilabile a una forma di razzismo fondata sul credo religioso. Il sospetto è rivolto verso gli estremisti presunti o reali. Ribatte Laqueur: «Se in anni recenti c'è stata in Europa una ostilità nei confronti dei musulmani, essa non è stata in risposta alla loro religione, ma al fatto che per lo più gli attentati terroristici sono stati compiuti da musulmani: terrorofobia sarebbe un termine più esatto. Se quelli che sono stati coinvolti in atti di terrorismo fossero stati eschimesi, l'orrore e la paura sarebbero stati diretti a loro, anche se la maggioranza degli eschimesi non fosse stata coinvolta. È naturalmente sleale generalizzare a un intero gruppo etnico la condanna meritata da pochi, ma probabilmente ciò è inevitabile, specialmente se una porzione significativa del gruppo non prende chiaramente le distanze dagli attivisti né si esprime contro la violenza, ma al contrario sostiene o almeno dichiara comprensione per i terroristi». Fu accusato di essere islamofobo..

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