Cultura e Spettacoli

In mostra a Milano le scenografie di Mongiardino

Giovanni Agosti nel catalogo dell'omaggio allestito al Castello Sforzesco di Milano (28 settembre­11 dicembre 2016) per ricordare l'opera singolare e preziosa dell'architetto e scenografo genovese, trapiantato a Milano, Renzo Mongiardino, sottolinea che «la questione Mongiardino non può essere archiviata tra il silenzio degli storici dell'architettura e il culto dei reduci. E non si può più nemmeno utilizzare (...) l'elogio d'obbligo degli artigiani che hanno accompagnato, giorno dopo giorno, la carriera dell'architetto lastricata di successi, a cui ha corrisposto, con un contrappasso di cui non conosco paralleli, una sostanziale estromissione dalla storia.» La mostra espone parte dell'archivio che gli eredi di Mongiardino hanno donato con munifico pudore alla città di Milano e forse dissolverà l'ostracismo degli storici per «non avere realizzato edifici pubblici (...); frequentato il razionalismo, prima, né il postmodernismo, poi; o (...) per scontare il peccato di avere fatto le case di alcuni dei committenti più potenti della terra.» In attesa di eventuali correzioni di tiro degli addetti ai lavori, godiamoci interni e scenografie teatrali di Mongiardino (spesso coadiuvato dal genio luminoso di Lila De Nobili, sapientemente coinvolto da Franco Zeffirelli o Giancarlo Menotti), frutto di un creatività che riesce nel miracolo di renderci più simpatici i committenti ­ ci sono tutti, dagli Agnelli a Niarchos, dalla vedova Kennedy in Onassis ai Moratti, dai Rotschild ai Thyssen.

Magnati in fuga e in residenza nel cosmo «surreal­neobarocco» di un Efesto moderno.

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