Cultura e Spettacoli

È un "Natale da chef" (non stellato)

Boldi, Vukotic e Salvi prendono in giro cuochi famosi e sommelier

È un "Natale da chef" (non stellato)

La nutrita setta anti-cuoco stellato, quella che adora i semplici spaghetti al pomodoro e schifa qualunque piatto strano esca dalle cucine allamoda, adesso ha il suo film-manifesto. È Natale da chef (dal 14 dicembre, con Medusa), cinepanettone classico firmato dal veterano Neri Parenti e condito da Massimo Boldi, qui protagonista, e da un bel cast interregionale, come usava una volta. Da Milena Vukotic a Enzo Salvi, da Francesca Chillemi a Dario Bandiera e Biagio Izzo, è ritorno all’identità dialettale. E c’è il sentimento anticasta che, come una marea, ha invaso l’Italia, a fare da collante a una storia attuale, dove i peggiori cuochi avvelenatori vincono la gara d’appalto per servire, al G7, i più illustri stomaci Vip. Perché un po’ si gode quando Angela Merkel implora Gentiloni di abbandonare la ceramica e lui, invece,indugia sul WC, in preda allo stemperone. Come ci si diverte quando Justin Trudeau ed Emmanuel Macron rimettono l’anima loro nei secchielli del ghiaccio. Anche i potenti piangono. E poi c’è un sommelier astemio (Biagio Izzo); un aiuto-cuoco che non sente i sapori e una pasticciera (Rocio Morales), che nulla sa di torte...

«Il mio è un film dove tutto è paradossale. È uno sberleffo, con un pizzico d’attualità. L’idea ci è venuta quando Trump è entrato prepotentemente nell’attualità. Non volevo cambiare gli ingredienti del cinepanettone, quanto di più popolare possa esserci», dice Neri Parenti, che ha affrontato in tribunale il produttore Aurelio De Laurentiis, il quale, in Super Vacanze di Natale, sfrutta le immagini dei suoi precedenti film natalizi, senza averlo consultato, prima. Massimo Boldi, che a settant’anni modella un film comico con la sua tipica verve da Cipollino, sembra soddisfatto del risultato. «Abbiamo fatto un film divertente e senza fronzoli. Io ho pianto dal ridere... E pensare che il termine “cinepanettone” l’ha coniato un giornalista, una ventina d’anni fa, sfottendo un genere che poi è diventato importante per la filiera cinematografica», riflette Boldi. Nel film - che Rocio Morales (qui, la pasticciera pin-up: un altro personaggio che non dovrebbe stare dove sta) definisce «cinepanettone 2.0, per via della sua freschezza» - si sprecano gag da cartone animato.

«Come nel film I soliti ignoti di Monicelli, dove ladri incompetenti finiscono a mangiare pasta e fagioli, perché non hanno saputo mettere a segno un furto, così qui gli chef combinano disastri», spiega Boldi, che già nel 1980 in tivù faceva lo sketch “Sono contrario alla pentola a pressione, perché non si vede la cottura”. Oggi, ovviamente, con il proliferare delle «cucine da incubo» e degli chef famosi, il comico si è radicalizzato, tratteggiando il profilo del cuoco che si presume bravissimo, ma che, in realtà, è un avvelenatore. A chi gli chiede come sia cambiato il ruolo della donna, nei cinepanettoni che hanno compiuto 35 anni di esistenza, Neri Parenti risponde che «la Belèn del momento ci è sempre voluta». Il Cipollino nazionale ha girato I pompieri con Neri Parenti, e tra i due basta uno sguardo per intendersi. «Ancora oggi mi fermano per la strada i ragazzi e mi recitano le battute dei miei film: questo m’incoraggia ad andare avanti», afferma Boldi. «Io, invece, mi irrito quando gente della mia età mi ferma e dice: “Sono cresciuto con i tuoi film”. Ma che cosa vuoi crescere, se poi sei un mio coetaneo?», s’infervora il regista, che con Natale sul Nilo, nel 2002, fece l’incasso-record di 28.296.

128 euro: cifre mai più eguagliate, con prodotti simili, perdurante la crisi.

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