Cultura e Spettacoli

"Da noi il cinema muore vado in Francia a rifare Checco Zalone"

Il produttore Valsecchi si arrende: «In Italia non ci sono registi all'altezza del mercato»

"Da noi il cinema muore vado in Francia a rifare Checco Zalone"

I numeri parlano chiaro. Scorrendo la classifica generale degli incassi, per incappare in un film italiano bisogna scendere giù giù fino al 26esimo posto dove troviamo La fuitina sbagliata di Mimmo Esposito che, con poco più di 700mila Euro, è stata la vera sorpresa del botteghino anche perché frutto di una vincente strategia «glocal» con uscite mirate in Sicilia, Campania e Puglia dove la coppia dei comici protagonisti (I Soldi Spicci) è più conosciuta. Certo è vero che la stagione cinematografica è iniziata ad agosto e che tre mesi non fanno un anno però la tendenza, in mancanza di titoli forti (si spera la settimana prossima nelle Notti magiche di Paolo Virzì e in Ti presento Sofia di Guido Chiesa ora in sala), è preoccupante. Così tutte le speranze del mercato, ancora una volta, risiedono in un nome, Checco Zalone, il cui nuovo film era previsto da Medusa per l'inizio del prossimo anno. Ma ci ha pensato il suo storico produttore, Pietro Valsecchi, a frenare gli entusiasmi rivelando che Checco Zalone, al secolo Luca Medici questa volta anche regista dopo che Gennaro Nunziante ha avuto delle divergenze economiche con il produttore, inizierà le riprese a gennaio: slitterà così l'uscita del suo quinto lavoro, dal titolo provvisorio L'amico di scorta, quasi interamente girato nel continente africano, probabilmente in Kenya, al prossimo autunno. E allora, in un momento di sconforto generale, non può che fare piacere leggere dei successi degli altri che però sono anche un po' nostri. In Francia è campione di incassi Le Jeu di Fred Cavayé che è il remake di Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese prodotto però direttamente da Pietro Valsecchi che, con la moglie Camilla Nesbitt, cura la neonata casa di produzione francese Medset (di proprietà di Mediaset). Al secondo posto per numero di ingressi - in Francia si calcolano i biglietti strappati - Le Jeu, che ha un cast di volti amati nel paese transalpino tra cui Bérénice Bejo, ne ha totalizzati la prima settimana più di 400mila mentre con questo secondo fine settimana li ha più che raddoppiati. Un successo non inaspettato, perché i vari remake di Perfetti sconosciuti nel mondo lo hanno anticipato, ma certo un'altra scommessa vinta per i produttori italiani: «Siamo andati in Francia - racconta la Nesbitt con la consueta gentilezza in una pausa delle riprese a Milano della nuova serie di Taodue sul mondo della moda dal titolo Made in Italy che vedremo il prossimo autunno su Canale 5 - perché volevamo ricreare la passerella che ha messo in relazione il cinema italiano e quello francese. Penso ai tanti film prodotti tra i due paesi negli anni '80 e allo scambio di artisti come Ettore Scola che lavorò molto con Jean-Louis Trintignant». Mentre recentemente, il marito Pietro Valsecchi si è espresso un po' più polemicamente: «Sono costretto a fuggire in Francia per fare cinema perché in Italia mancano registi di peso, fatta eccezione per una dozzina di autori tra cui Paolo Sorrentino e Paolo Virzì. Così non faccio più cinema in questo Paese se non il film di Zalone, che è una cosa a parte».

Zalone appunto. Gira che ti rigira, sempre lì si torna. E mentre il Checco nazionale con il nuovo progetto si appresta a imbarcarsi «in un viaggio molto personale tra l'Africa e l'Italia» ecco che i suoi produttori sono al lavoro sui remake di due suoi film in Francia. Il primo a partire, all'inizio del prossimo anno, sarà Quo vado? che in Italia aveva raggiunto la cifra record di 65,3 milioni di incasso al botteghino. Sarà diretto da Fabien Onteniente, regista campione al box office e distribuito in sala da SND, società del colosso M6 Group. In questi giorni si stanno concludendo le trattative per l'attore protagonista («Ma finché non c'è la firma sul contratto non posso dirle il nome», confida Camilla Nesbitt) che magari sarà poi lo stesso chiamato a interpretare il secondo titolo zaloniano in terra francese, Sole a catinelle. Il cui remake spagnolo, El mejor verano de mi vida di Dani de la Orden, ha raggiunto quest'estate quasi gli 8 milioni di incassi.

Cifre che farebbero gola a qualsiasi film italiano e che da noi sembrano sempre più irraggiungibili.

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