Sanremo 2016

"È la nostra ultima volta all'Ariston. A fine anno smettiamo di suonare"

Il gruppo, che partecipò solo nel 1990 (e vinse), ieri sera superospite con Riccardo Fogli: "Chiudiamo una carriera da amici per sempre"

"È la nostra ultima volta all'Ariston. A fine anno smettiamo di suonare"

Eggià la miglior foto dei Pooh nel 2016 è la sorpresa dei giornalisti stranieri ieri in sala stampa: per Roby Facchinetti, Red Canzian, Dodi Battaglia, Stefano D'Orazio e Riccardo Fogli è partita una raffica di flash che neppure per una Sharon Stone qualsiasi. Autentiche star. Oltretutto, in pista per l'ultima volta: «Ce lo siamo detto sin dall'inizio: andiamo avanti per non più di cinquant'anni». Quindi i Pooh finiranno per sempre il 31 dicembre del 2016 e tanti saluti a tutti. Ieri sera intorno alle 23 hanno suonato da superospiti un medley di 6 brani (comprese Piccola Katy e Pensiero) più Uomini soli con la quale vinsero qui nel 1990. E nel pomeriggio avevano provato con una meticolosità che neanche un debuttante, su e giù con i volumi e l'equalizzazione, perciò immaginate come prepareranno i due concerti di San Siro a Milano (10 e 11 giugno), Olimpico di Roma (15), Messina (18) e Arena di Verona (8 settembre). Insomma, come hanno sempre fatto, idee chiare e promesse sicure.

Scusate, cari Pooh, non vi viene voglia di continuare?
«Di sicuro no: nessuno di noi vuole scheggiare una storia così preziosa per poi magari finire a suonare nelle sagre di paese».

Voi tornate all'Ariston per la seconda volta ma per la prima volta siete con Riccardo Fogli.
Risponde Fogli: «Per più di quarant'anni sono stato Riccardo Fogli, cantante solista. Ora all'improvviso scopro che in realtà sono solo Riccardo dei Pooh». Mentre il gruppo parla, interviene Giancarlo Leone, direttore di Raiuno, il quale annuncia: l'11 marzo ci sarà una prima serata dedicata alla storia della band. «La nostra in effetti è una storia che sembra scritta da un drammaturgo: tanti sacrifici, tante avventure e soddisfazioni, qualche dolore. E molta caparbietà».

Ad esempio?
«Anche quando abbiamo vinto qui, la casa discografica voleva che cantassimo Donne italiane invece che Uomini soli perché non andava bene parlare di solitudine in un posto di festa. Ma noi abbiamo tenuto duro e obbligato Toto Cutugno a un altro secondo posto...».

Pur duettando con Ray Charles...
«Proprio in queste ore Uomini soli è stata votata sul web come miglior canzone di sempre del Festival di Sanremo».

Ma perché ci siete venuti una volta sola?
«Perché quando eravamo giovanissimi e suonavamo beat o prog rock il Festival era roba da vecchissimi anche se, onestamente, forse con brani come Tanta voglia di lei o Pensiero avremmo anche potuto vincere. Poi dagli anni '80 ha continuato ad aggiornarsi».

Si tende a sottovalutare che il primo gruppo a raccontare l'omosessualità con equilibrio (e senza derive strumentali) siete stati voi nel 1976 con Pierre.
«A quel tempo in Italia non si parlava di unioni civili ma di guerra civile... E Red Canzian tiene il nastro arcobaleno legato al basso. Ma noi siamo realmente rispettosi di qualsiasi posizione anche perché, se non avessimo fatto così, i Pooh non sarebbero sopravvissuti per tanto tempo».

Ma come rispondete a chi pensa che i Pooh siano ormai solo reperti storici?
«Durante un'ora di programma su Rtl 102.5 sono stati venduti 12mila biglietti in prevendita. Solo nostalgia canaglia?».

Allora quale sarà l'ultimo disco dei Pooh?
«Esce a settembre, si intitola Reunion L'ultima notte insieme. E avrà anche quattro brani inediti, tutto distribuito Sony e prodotto da Fep e Artist First.

Le ultime nuove canzoni di una carriera da amici per sempre».

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