Cultura e Spettacoli

La nuova Rai: "Meno canali li spostiamo su internet"

La nuova Rai: "Meno canali li spostiamo su internet"

Ridurre il numero dei canali non generalisti; ridefinire il numero delle testate giornalistiche, distribuire (che significa diminuire) gli spot; prevedere la contabilità separata per i ricavi che derivano dal canone e i ricavi che derivano dalla pubblicità e il controllo annuale della realizzazione degli obiettivi. Queste sono, sommariamente, le linee guida del nuovo contratto di servizio che sta alla base del rinnovamento della concessione decennale delle frequenze pubbliche alla Rai approvato qualche giorno fa dal Consiglio dei ministri. Contratto che se diventerà esecutivo metterà dei forti paletti alla tv pubblica e, secondo molti osservatori, potrebbe portarla ad essere meno concorrenziale rispetto alla altre televisioni nei prossimi anni. Di tutto questo si è parlato ieri in Commissione vigilanza parlamentare sulla Rai. In particolare sulla questione della riduzione dei canali (si parla di chiudere Rai Movie, Rai Storia o Rai Premium), il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto ha spiegato la sua interpretazione del testo della concessione. «Non credo all'idea di ridurre i canali in un'ottica di disarmo. Se uno dei nostri obiettivi è portare il Paese a essere più contemporaneo, alcuni canali possono trasformarsi in digitali, ora che abbiamo Rai Play». Insomma, invece di chiuderli, spostarli sul web. Per quanto riguarda la pubblicità, il dg ha detto solo che «nel 2016 grazie all'operazione canone in bolletta, abbiamo avuto 200 milioni di euro in più; mentre sul 2017 stiamo ancora svolgendo le stime, ma sarà inferiore di più di 100 milioni (perché il canone scende a 90 euro)». I sindacati invece si sono detti molto preoccupati per il controllo annuale, «una pesante ingerenza del governo nella gestione aziendale».

Infine, la questione più scottante del momento, il taglio agli stipendi degli artisti al tetto massimo di 240.000 euro che significa per alcuni volti noti una riduzione di milioni di euro con il conseguente possibile addio alla Rai. «Ci stiamo impegnando - ha detto il dg - in tutte le valutazioni interne sulle conseguenze, sto preparando una relazione specifica sugli impatti che avrebbe, anche se è difficile stimarli tutti.

Spero comunque che ci sia ancora spazio per una ragionevolezza su questo tema».

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