Cultura e Spettacoli

Ogni donna vive «La vita a rovescio»

Paolo Sortino

Romanzo storico, d'avventura, d'amore, di formazione, La vita a rovescio di Simona Baldelli (Giunti, pagg. 411, euro 16) capovolge le regole non scritte di una società che dal 1735 non sembra cambiata di molto nella sostanza, almeno per le donne. Forse oggi non sono costrette dentro le morse di corsetti ferrati e costumi altrimenti intesi finalizzati a mortificare la libertà del corpo come vettore diretto del comportamento mentale, ma sono sottomesse ancora a un giudizio nel migliore dei casi «tollerante» in fatto di scelte personali e orientamento sessuale.

Ebbene, il personaggio di Caterina Vizzani, sfigurata dal vaiolo come da un maschilismo arcaico, prenatale, una sorta di marchio non ancora codificato dal potere ma comunque forgiato dal maschilismo, si direbbe col sostegno di una natura che l'ignoranza pensava ancora come maligna, e dunque una «lettera scarlatta» indistinta ma già intellegibile, si divincola dentro e fuori dal corpo in cerca della propria identità. L'amore le è precluso insieme al diritto naturale, diremmo oggi liberale, di vivere secondo i dettami di coscienza individuale. Diritto che a quel tempo non era che un alibi sociale per l'esclusione e l'assoggettamento, e che in vero necessita della più alta considerazione del Prossimo se il fine è onorare, per mezzo del riconoscimento dell'onestà intellettuale altrui, la capacità dell'essere umano di organizzarsi in società civili senza ricorrere a norme preventive. Ciò che non le è permesso avere è una visione del mondo, e con l'umiltà che spesso la vita ci porta ad assumere non come scelta moralistica e perbenista quanto come strumento mimetico atto a studiare il mondo circostante, Caterina imparerà cos'è un uomo, sul piano sociale e psicologico. Ne imiterà i gesti esteriori e ne farà suo il respiro fino a inglobarlo.

Non diventa un uomo, come vorrebbe un semplice gioco di maschere, quanto lo comprende nella sua stessa natura, necessariamente materna in seno a una capacità tipica della donna di fare proprio il mondo con una potenza altrettanto arcaica del maschilismo sopra citato e a cui è la sola risposta.

Composto attraverso ricostruzioni storiche di un realismo e una vividezza senza precedenti nella narrativa italiana recente, questo romanzo compete con Il profumo di Süskind, estendendo a tutti gli altri sensi del lettore la consapevolezza che è del nostro tempo che sta narrando.

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