Opere comprate a Salisburgo Pereira finisce sulla graticola
15 Aprile 2014 - 08:43Il ministero dei Beni culturali ha chiesto un report sulla vicenda che coinvolge il nuovo sovrintendente
Signori va in scena un altro melodrammone scaligero. Di quelli tratti dal vero, creati da quel generatore di tormenti che è la Scala. Alexander Pereira, sovrintendente in pectore (effettivo dal prossimo primo ottobre), in giugno è stato scelto come successore dell'attuale Stephane Lissner. È stato chiamato poiché manager fra i più quotati sulla piazza, abile nell'ingaggiare artisti e procacciare sponsor. Ma le sue scelte sono già in discussione. Sembra sia sufficiente mettere piede nel teatro milanese per fare scattare i problemi. Non conta il nome, il curriculum professionale, non ci sono anticorpi che reggano: nessuno pare essere immune.
Il nuovo caso è finito sul tavolo del Ministero dei Beni culturali che ha chiesto al Cda scaligero una relazione sulle operazioni condotte da Pereira. E le forze di centrodestra in consiglio comunale a Milano ne chiedono a gran voce le dimissioni: sia Forza Italia tramite il capogruppo Fabrizio De Pasquale, sia la Lega che ha chiesto anche che vengano risarciti i danni d'immagine, sia Fdi-An tramite Riccardo De Corato. Ecco in sintesi la faccenda. Sui giornali austriaci, nei giorni passati, è uscita la notizia che sette spettacoli del leggendario Festival di Salisburgo sarebbero stati venduti alla Scala per 1,28 milioni di euro. Pereira al momento è ancora al timone di Salisburgo, dunque avrebbe venduto e acquistato allo stesso tempo. I maligni scrivono che il tutto sarebbe pensato per portare soldi nelle casse di Salisburgo sanando un buco di bilancio. Pereira ha fatto sapere che in realtà i sette spettacoli, da distribuire su quattro anni, sono un affare per la Scala perché li acquisterebbe a costi ridotti. Naturalmente la cosa ha fatto partire una serie di domande inquietanti. C'è stato conflitto d'interesse? Quali sono/sarebbero gli spazi di manovra di Pereira? Se acquistare da Salisburgo è un affare perché non procedere? Si tratta o meno di operazioni non trasparenti?
Ieri, il Cda della Scala ha chiesto a Pereira di dare spiegazioni. Pereira avrebbe parlato per oltre un'ora. Il sindaco Giuliano Pisapia, presidente del Cda, ha spiegato che a Pereira è stata chiesta «documentazione corretta per la relazione da mandare al Ministero. Non conosciamo ancora i dati, non possiamo dare giudizi, la cosa è molto delicata». Perché il Ministero? Al momento è ancora in vigore la legge che avoca al Ministero, e non al Cda, il diritto (o almeno l'ultima parola) di nominare la figura del sovrintendente. In questi giorni c'era chi ventilava l'ipotesi di un suo siluramento. Il Cda, invece, è cauto. Pisapia ha affermato che «alcune notizie emerse dai giornali sono vere e altre false», poi ha glissato rimandando a dopo le decisioni del Ministero.
Guido Podestà, presidente della Provincia e membro del Consiglio, entra più nel dettaglio. Ammette che i tempi stringono, «per Expo siamo in zona Cesarini, strutturare una stagione richiede azioni molto rapide». È una assoluzione di Pereira: «Non è in discussione, le cose che ha detto sono interessanti». Quindi Podestà mette sul piatto il problema: «Bisogna capire chi ha poteri di firma e se si tratta di contratti firmati o lettere d'intenti». Chi ha firmato i contratti da parte della Scala è stato Lissner, attuale sovrintendente. «Lissner - continua Podestà - ha fatto sapere di aver firmato contratti con i cantanti, non con le produzioni, ma si sa cosa cantano i cantanti...» chiosa alludendo al fatto che a una squadra di cantanti corrisponde un determinato allestimento. Per dire, è stato scritturato il team che ha fatto Falstaff a Salisburgo ma non necessariamente si è firmato per l'allestimento, la voce economica che più pesa sul bilancio.
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