Cultura e Spettacoli

Ora Veltroni usa i bimbi per farci digerire immigrati e coppie gay

Appesa la politica al chiodo, ora Uòlter fa il cineasta

Ora Veltroni usa i bimbi per farci digerire immigrati e coppie gay

Il 23 aprile arriva nelle sale cinematografiche il nuovo film di Walter Veltroni. Il titolo: I bambini sanno. Noi, dell'ultima impresa cinematografica firmata dall'ex sindaco di Roma, sappiamo ben poco. Da qualche giorno, su YouTube, è iniziato il tam tam del trailer. Pochi minuti che, però, danno il senso del docu film: il "cineasta" piddino usa i bambini per farci "digerire" immigrati, multiculturalismo e coppie omosessuali.

I protagonisti sono i bambini e i loro pensieri. Trentotto ragazzini fra gli 8 e i 13 anni, selezionati, dopo averne incontrati più di trecento. "Ragazzini di tutti i ceti sociali, di moltissime regioni italiane - racconta Veltroni - di diverse identità culturali e religiose, raccontano soprattutto quel tempo della vita, il rapporto con la famiglia, con l'amore, con la speranza, anche con Dio". Con loro l'autore discetta dei massimi sistemi: l'emergenza immigrazione, il dialogo con l'islam, l'essere figli di una coppia omosessuale, la crisi economica e, ovviamente, le prospettive per il futuro tra speranza e preoccupazione. "Quante volte, quand'eravamo bambini noi, prima di dormire abbiamo pensato a noi stessi, alla nostra coscienza - dice Veltroni a Repubblica.it - ci siamo interrogati sul futuro, sui nostri genitori. Quello è il tempo delle domande - dice ancora Veltroni - e ho voluto raccontare le risposte che i bambini si son dati alle grandi domande".

Dopo aver promosso in lungo e in largo Quando c'era Berlinguer, Veltroni si butta anima e corpo nella nuova fatica cinematografica. La politica fa parte del passato. Adesso è un cineasta che, però, continua a far politica dietro alla cinepresa. Perché i ragazzini che intervista vengono scelti ad hoc e ripresi nell'ambiente in cui vivono. Così, accanto alle case e alle camerette con pelouche, palloni da calcio e giochi, spuntano anche le carrette del mare ammassate nei porti in cui i piccoli sono sbarcati insieme ai genitori. Cosa serve nella vita per essere felici? "Sognare". Hai sentito parlare della crisi? "Sì, bisognerebbe fare un po' una rivolta". Cosa pensi del musulmani? "Niente. Sono come noi. Siamo tutti uguali, tanto". Con chi si è sposata la tua mamma? "Con mia mamma". Che cos'è che i bambini sanno più dei grandi? "Inventare le cose".

"Abbiamo fatto lunghe conversazioni - spiega Veltroni li ho interrogati ad esempio anche sulla crisi, ho percepito un senso anche un po' cupo del tempo in cui viviamo. Però, alla fine del film, si esce con un senso di grande speranza". Una volta confezionato, il docu film è stato fatto vedere a una scuola media. Stando alla vulgata, una bambina avrebbe detto a Veltroni: "Ci porterò i miei genitori, così mi capiranno meglio". Un amico, invece, ha suggerito all'ex sindaco di Roma di tornare da loro fra una decina d'anni. "Non è detto che non si possa fare - ammette il "cineasta" Veltroni - è un po' l'idea che sta dietro a Boyhood...

Certo, il futuro magari non sarà bello come loro immaginano - conclude - ma io voglio continuare a credere e sperare che, alla fine, la vita riservi loro le bellezze che sono state riservate a ciascuno di noi".

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