Cultura e Spettacoli

Patroni Griffi grande «strafottente»

Raccolti in un volume gli scritti e i reportage per i giornali del regista

Angela Lonardo

Di Giuseppe Patroni Griffi si conoscono i romanzi, le commedie, le sceneggiature e i film. È invece scivolata nel dimenticatoio la lunga collaborazione giornalistica che il commediografo di Metti, una sera a cena ebbe con Il Messaggero e Il Corriere della Sera. A scovare gli articoli è stato Fausto Nicolini, amico e assistente teatrale del regista, che li ha raccolti nel volume Peppino naturale e strafottente (Editoriale Scientifica). «L'attività giornalistica era per lui un esercizio di scrittura, una specie di ginnastica» ricorda nella presentazione Raffaele La Capria, ex compagno di studi. Gli articoli, che rivelano al pubblico teatrale un talento insospettato, toccano gli argomenti più svariati, mostrando uno spaccato storico della società dell'epoca. Si aggiungono, poi, alcuni diari di viaggio, come quello in Russia del 1963, in piena guerra fredda. Ma per il suo curatore la raccolta è anche l'occasione di far emergere lati poco conosciuti dell'amico Peppino, intellettuale impegnato ma anticonformista, emblema di una Napoli nobilissima di cui incarnava l'anima estetica e decadente. Oggi di Patroni Griffi non si ricordano in molti, troppo pochi ne parlano. Tra le personalità più versatili del panorama culturale italiano del secondo Novecento, provocatore in un'epoca in cui non conveniva esserlo, era un artista libero nel raccontare le ipocrisie borghesi, i travestimenti dell'anima. Il libro, tra i suoi meriti, ha quello di riaccendere l'attenzione sul regista che amava la scrittura («Voglio sentirmi superiore ai registi, loro non sanno scrivere» diceva).

Arricchiscono la pubblicazione una premessa di Antonio Ghirelli e 60 immagini (quasi tutte inedite) prese dal suo archivio.

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