Cultura e Spettacoli

Un piccolo passo per un grande film

di Damien Chazelle con Ryan Gosling, Claire Foy, Jon Bernthal, Pablo Schreiber

«Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità». La pronunciò Neil Armstrong quando, primo nella storia, mise il piede sulla Luna. Già, ma come si arrivò a quella storica missione? E chi era realmente l'astronauta e aviatore statunitense che, il 20 luglio 1969, compì la memorabile impresa? A tutto questo prova a rispondere l'ottimo The First Man, una sorta di biopic; più dell'evento, però, che del singolo protagonista. Chazelle, alla regia, gioca una partita fin troppo chiara, contrapponendo, da una parte, lo spazio sconfinato, aperto, meraviglioso, mentre, dall'altra, ecco la personalità chiusa, introversa, «musona» di Armstrong. Non casuale, perché è figlia di quella morte che sembra accompagnare, inesorabilmente, la sua esistenza. A partire dalla tragica scomparsa della figlia (lutto che non è mai riuscito ad elaborare, fino al famoso primo passo sul suolo lunare), e ai destini crudeli di quei piloti e colleghi che hanno sacrificato la propria vita, durante varie missioni e test preparatori al grande sbarco sulla Luna. Un peso che l'Armstrong di Chazelle si porta sulle spalle, per tutta la durata del film, nonostante i tentativi della moglie di scuoterlo da questa sua intima «Via Crucis». Un esempio concreto è quando l'affronta duramente, obbligandolo a rivelare ai due figli maschi che dalla Luna il loro padre potrebbe non tornare più. Meravigliose sono le scene nello spazio, talmente credibili da suscitare apprensione nello spettatore (pur sapendo già come sarebbe andata a finire), utili per far comprendere quale grado di pericolo fosse, allora, un viaggio di quel tipo. Magari, alla lunga, i tormenti ripetuti del «Marinaio del cielo» finiscono per appesantire la pellicola. Il messaggio era chiaro anche con poche scene, senza continuare a riproporlo a chi è seduto in platea. Quanto ai protagonisti, su tutti si erge la moglie Claire Foy, gigantesca. Ryan Gosling, invece, sembra più trascinato dal personaggio Armstrong che viceversa.

Un film che quasi sicuramente farà incetta dei cosiddetti Oscar tecnici.

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