Cultura e Spettacoli

Pompieri, agenti, drammi "9-1-1", l'emergenza è (anche) nel privato

La nuova serie di Ryan Murphy racconta situazioni estreme realmente accadute

Pompieri, agenti, drammi "9-1-1", l'emergenza è (anche) nel privato

da Los Angeles

Ryan Murphy è un genio della tv. Il creatore di serie come Nip/Tuck, Glee, American Horror Story e American Crime Story, non ha quasi bisogno di presentazioni. È stato il suo genio a far sì che persino una notte traumatica, durante la quale il figlio di undici mesi smise di respirare di colpo, diventasse ispirazione di una serie tv. Dopo una chiamata al numero unico d'emergenza negli USA 9-1-1 i paramedici salvarono il piccolo davanti ai suoi occhi. L'arrivo dell'ambulanza, il processo di rianimazione, le parole di conforto dei soccorritori, Murphy ricorda ogni momento. La sua gratitudine verso quelle persone è stata tale da spingerlo a ideare un'intera serie tv per raccontare le vite di chi si occupa di queste emergenze, ogni giorno. «Se non fossero intervenuti, a mio figlio non sarebbe stato diagnosticato un blocco alla trachea ha spiegato - Lo avremmo perso. La mia serie la dedico ai salvatori di Ford».

Con 9-1-1 Murphy ha già centrato un successo. Nove milioni di persone hanno guardato lo show durante la prima settimana di uscita negli USA ed è già stata annunciata una seconda stagione. In Italia la prima puntata andrà in onda questa sera, alle 21.05 su FoxLife (Sky,114).

Angela Basset, membro ricorrente del cast di American Horror Story e Golden Globe nel '93 per la sua interpretazione di Tina Turner in What's Love Got to Do with It?, è sia attrice che produttrice di questa nuova serie ambientata a Los Angeles. «Il mio personaggio si chiama Athena Grant, è una poliziotta coraggiosa che a volte non si comporta come avrei fatto io, soprattutto per quanto riguarda la sua gestione del rapporto con i figli e il marito. Come altri personaggi di 9-1-1, sul posto di lavoro contribuisce a risolvere questioni gravi quotidianamente, ma finito il suo turno, tornando a casa, si ritrova immersa in situazioni altrettanto drammatiche, che non sono così semplici da affrontare. Perché avere a che fare con i propri cari non è come spegnere un incendio o rianimare qualcuno, come fosse più facile risolvere le emergenze di altri che affrontare i nostri problemi privati». 9-1-1 nasce con l'obiettivo di raccontare situazioni reali, «rendendo onore al prezioso lavoro che ogni giorno svolgono migliaia di operatori». Le situazioni estreme proposte nelle diverse puntate, sono infatti ispirate a fatti realmente accaduti. Solo nel primo episodio, vedremo rapine a mano armata, un neonato gettato nello scarico e il collo di una donna stretto da uno dei suoi serpenti giganti.

Oliver Stark (Into the Badlands e Underworld: Blood Wars), in 9-1-1 è il pompiere Evan Buckley. «Appena ho finito il provino per questa serie, ho capito che avrei voluto farne parte. Evan all'apparenza è un duro, ma ci sono momenti in cui mostra il suo lato sensibile e piange, proprio come una persona reale. Questo è un tv show intenso, che in poco tempo ti permette di vedere un'evoluzione nelle personalità. Per esempio, Evan crede di essere dipendente dal sesso, è questa l'idea che ha di sé. Non ci vorrà molto per capire che si tratta di qualcosa di più profondo. Ci sarà un cambiamento in lui, vedremo presto che è pronto a fare un salto di maturità. continua l'attore - Per capire meglio i pompieri e il loro mondo io e Kenneth Choi, che interpreta Chimney, siamo andati a un evento di beneficenza organizzato dai Vigili del Fuoco. Raccoglievano fondi per un loro collega che è rimasto ferito durante la sparatoria di massa di Las Vegas. Inizialmente eravamo un po' in imbarazzo nel confrontarci con le persone che realmente ogni giorno rischiano la propria vita. Parlare con loro però ci ha dato moltissime ispirazioni, ci ha fatto capire che in fondo quello che portavamo in scena in 9-1-1, non era così lontano da ciò che succede nel mondo reale. Abbiamo anche provato ad allenarci con loro e posso assicurarvi che, nonostante entrambi andiamo spesso in palestra, eravamo ben lontani dalle capacità fisiche di quegli uomini.

È stata un'esperienza unica, sono grato di averla vissuta».

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