Sanremo 2017

Da Prodi e Bersani alla Roma della Raggi: l'ironia controcorrente di Luca e Paolo

Fra attualità e politica sono così bravi da ricordare (quasi) Tognazzi e Vianello

Da Prodi e Bersani alla Roma della Raggi: l'ironia controcorrente di Luca e Paolo

Finora sono loro a meritarsi il premio controcorrente tra i comici del Festival. Ironici e senza luoghi comuni, Luca e Paolo sono saliti in scena all'Ariston ben dopo mezzanotte, ma hanno strappato risate, talvolta a denti stretti, mescolando attualità, politica e musica. Un intervento di pochi minuti sulle paure «che in tutto il mondo uniscono uomini e donne». Un escamotage per attraversare anche la nostra attualità sulle ali di una risata.

Già in entrata, Luca e Paolo si tolgono la soddisfazione di fare battute sui conduttori, prima dicendo che, con Maria De Filippi, Carlo Conti ha invitato l'unico ospite di Amici che ancora non era arrivato a Sanremo. E poi puntualizzano di essere «fuori linea» in questo Festival perché «ci piace la patata» ironizzando goliardicamente sulle accuse a un cast secondo qualcuno troppo gay oriented. Poi ce n'è per tutti. E l'elenco di paure spazia di qui e di là, dalla politica all'attualità fino all'Ariston. Una mitragliata di gag e battute tipo: «Ho paura di quello lì sempre dietro al microfono, quello con i capelli arancione», «Chi, Donald Trump?», «No, Ron». E giù risate. Poca politica, ma molto mirata. Ad esempio, i due artisti sono arrivati sul palcoscenico dopo l'esibizione della Orquesta Reciclados de Cateura che è diventata, secondo loro, un omaggio a «D'Alema, Prodi, Cirino Pomicino e Bersani», ossia tutti i politici sopravvissuti alla Prima Repubblica.

Quando dialogano tra loro, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu hanno un automatismo naturale che garantisce tempi stringenti e sintonia senza neppure guardarsi. Una vera coppia cresciuta, a differenza di altri, non soltanto davanti alle telecamere, ma sui piccoli palchi di provincia, dove il pubblico è pigro e spietato. E poi, qui all'Ariston, loro sono già stati battezzati dal successo e hanno mostrato molta complicità con il pubblico. Anche quando, nell'elenco infinito di paure che coinvolgono tutti, si sono dilungati sulle paure urbane che riguardano le strade poco illuminate, il traffico notturno di topi e pantegane, l'abbondanza ingestibile di spazzatura in ogni angolo delle città. «Sei stato anche tu a Roma?», si dicono, riferendosi evidentemente alla Roma gestita dal sindaco Virginia Raggi. Un riferimento pungente ma garbato che evita di scivolare nella spicciola polemica politica e ricorda piuttosto la comicità alla Tognazzi e Vianello, quella che sapeva graffiare senza far nomi o mostrare appartenenze politiche. La comicità vecchio stile.

Che forse è la comicità con lo stile migliore.

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