il Giornale OFF - Musica

Il punk che ama viaggiare sulla Corsia di sorpasso

La band romana, che suona a volto coperto, pubblica il primo video

Il punk che ama viaggiare sulla Corsia di sorpasso

Nonostante la megacrisi discografica è bello vedere dei giovani che si lanciano proprio adesso sul palcoscenico del rock cercando la propria via nel marasma musicale del nuovo millennio. Tra i gruppi che cominciano adesso il loro percorso artistico si fa notare La corsia di sorpasso, band romana che suona punk e post-punk mascherandosi il volto con dei passamontagna neri e usando pseudonimi. «Suoniamo a volto coperto - dice il bassista Maurizio Paul Verdura - per vari motivi. Per creare un alone di mistero ma soprattutto per dimostrare che è solo la musica che conta, non i nostri nomi o il nostro aspetto. In un mondo in cui il rock e il pop sono troppo legati all'immagine, ai media e alle mode del momento, vogliamo ridare un ruolo centrale al suono».

Un suono duro e grintoso con qualche venatura melodica che ascolteremo in anteprima domani, quando La corsia di sorpasso lancerà sul web il suo primo video, intitolato Laura. «Ognuno di noi ha i suoi gusti musicali - prosegue Paul Verdura - che vanno dagli Iron Maiden agli Slayer, dagli Afterhours a Vasco Rossi, ma stiamo lavorando per costruire un genere nostro che non sia direttamente riconducibile a nessuno. È difficile perché tutto è già stato suonato, ma noi ci proveremo fino alla fine». Per questo si chiamano La corsia di sorpasso, «perché vogliamo vivere il rock e la vita superando i limiti imposti dalle regole e dagli stili». Per ora si può dire che siamo nel solco di gruppi come Prozac+ o Linea 77».

Intanto stanno scrivendo i brani che faranno parte del loro primo album, in uscita fra qualche mese. «Le nostre canzoni nascono da quello che facciamo tutti i giorni. Con riferimento a storie di vita vissuta. Nell'album ce n'è una, su cui puntiamo molto, che si chiama Ida non lavora più al bar. È la storia della fidanzata di uno di noi, che faceva la cameriera in un bar dove ci trovavamo dopo le prove, e che è stata licenziata. La cronaca di come abbiamo appreso la notizia». E i guadagni? «Per ora niente, solo qualche concerto nei club, niente soldi purtroppo o per fortuna, perché spesso i soldi rovinano la creatività. Investiamo tempo e passione sperando di non rimetterci troppo. Intanto tutti studiamo e lavoriamo.

Io faccio il fonico».

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