Cultura e Spettacoli

Quant'erano carnali e moderni i futuristi

Prostituzione, omosessualità e scambismo nelle pagine (hard) di Marinetti&Co.

Quant'erano carnali e moderni i futuristi

Un libro deliziosamente vizioso, immorale, afrodisiaco. In una parola: futurista.

Misoginia, sadomasochismo, brutalità. Ma anche gemiti, civetterie e liberazione sessuale. Ed ecco a voi, gentili Uomini-macchina e Donne metalliche, Erotismo futurista (Abscondita, pagg. 158, euro 20), prima antologia totale dell'universo voluttuoso - immaginario e immaginifico - dell'avanguardia italica. In un impudico volume tutte le pagine dedicate alle ricerche compiute da Marinetti&compagni sull'eros e sul piacere, e che hanno riscritto, a loro modo, il rapporto tra sesso e società, sesso e letteratura, sesso e arte... «Le provocazioni dei futuristi a inizio '900 cancellarono dal panorama letterario italiano i torbidi sentimentalismi dell'amore romantico e, con una sessualità sperimentata in totale libertà, facevano nascere un nuovo e moderno modo d'amare». Parole, per nulla in libertà, del curatore: il futur-esperto Guido Andrea Pautasso. La lussuria - dicevano i sodali di Marinetti - è la forza della Natura.

La natura del libro è doppia, sviluppando su due piani la scelta dei futuristi di vivere in prima persona l'audacia delle proprie idee. Ossia: una prima parte, la «Teoria», che raccoglie in ordine cronologico i programmi e le speculazioni del movimento in materia di amore, sessualità e sentimenti; e una seconda parte, la «Pratica», con brani dei romanzi e i versi delle poesie (ma anche cartoline, come quelle che Armando Mazza spediva alle sue amanti...) che meglio esprimono la varietà di temi e esperienze - scabrose, piccanti e pruriginose - dei sesso-scrittori futuristi.

Insomma, in teoria si parte dai punti programmatici - contro le donne e il femminismo - del celebre Manifesto futurista, si passa dall'idealizzazione del futur-maschio (creatura divina dal membro enorme come Mafarka!) alle arringhe con cui Filippo Tommaso Marinetti si difendeva dalle accuse di essere un autore «pervertito», si accoglie la rivendicazione (lanciata da Italo Tavolato, siamo nel 1913) del diritto di proclamarsi liberamente omosessuali, e si arriva al Manifesto futurista della lussuria in cui Valentine de Saint-Point (affascinante pronipote di Alphonse Lamartine e, si dice, amante di Marinetti) reclama il diritto all'orgasmo per le donne, cinquant'anni prima del Sessantotto... E in pratica si racconta l'intero spettro delle diverse pratiche erotiche futuriste e concupiscenti: il romanzo-battaglia di Mario Carli Sii brutale amor mio!, i versi del Sinfoniale lesbico di Farfa, le Novelle con le giarrettiere (1933) di Vladimiro Miletti... E se non bastasse, c'è anche un'appendice leziosa con «Cinque ricette afrodisiache» a dimostrazione che l'eros è questione insieme tattile, olfattiva e gustativa. Il piacere della carne, in entrambi i sensi.

Per il resto, c'è un aspetto da rimarcare, sfogliando l'irriverente antologia pautassiana. Ed è - ancora una volta - l'estrema modernità di tutto ciò che è futurista. Esempi? Leggete l'Elogio della prostituzione uscito su L'Acerba nel 1913, oppure l'irresistibile (e pornografica) poesia parolibera di Cichin Cichino, Giullare in ritiro: «Gatta ci cova...

dentro l'alcova»; o l'esaltazione (così contemporanea) dello scambismo e del cuckold nel «Coro dei cornuti» (tratto da Voluttà infernali) di Nino Della Casa, futuristico anno 1924, in lode del tradimento consapevole e consensuale.

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