Cultura e Spettacoli

«Quattro ristoranti» e il menu troppo scritto...

È divertente, oltreché interessante dal punto di vista televisivo, il dibattito social che si è scatenato sull'ultima puntata di Quattro ristoranti. Riassunto: un ristoratore di Padova, Daniele Bovolato, proprietario della «Gourmetteria», si è decisamente offeso per come il suo locale è stato trattato nella trasmissione. A suo avviso non si è resa giustizia alla sua cucina e al suo ristorante e il programma sarebbe stato montato ad arte per metterlo in cattiva luce. Non solo: ha accusato la produzione di averlo costretto a recitare e, più o meno, di aver deciso tutto a tavolino. O, perbacco!, verrebbe da dire a chi è lontano dal mondo della tv. Tutto normale, pensa, chi conosce un po' quei meccanismi. E sa che in tv tutto è show e Quattro ristoranti (al giovedì su SkyUno) è un cooking show. Cioè, l'intento vero di Alessandro Borghese non è quello di cercare i migliori ristoranti delle città e delle zone che va a visitare. Ma quello di intrattenere gli spettatori amanti del buon cibo con un racconto ironico, divertente e accattivante. Però, il signor Bovolato, ha pure le sue ragioni e non può essere fatto passare solo per un ingenuo o uno che non accetta di perdere. Perché a volte gli show, e anche quello di Borghese non fa eccezione, eccedono nella parte spettacolo a discapito di un minimo sindacale di «verità», quando si parla di tv. E dunque, a volte, in onda ci va quello che hanno in mente produttore e conduttore piuttosto che quello che «sente» il malcapitato concorrente. E, in particolare, a volte Borghese eccede in perfidia e gioca ad alimentare rivalità e invidie.

Per cui Bavolato si metta il cuore in pace, non è stato l'unico «gabbato».

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