Cultura e Spettacoli

Questa «Carmen» fa cilecca in tutti i sensi

C'era chi era venuto a Firenze solo per vedere Carmen che spara a Don José e sopravvive. Qualche voce, non solo politica, prima e dopo lo spettacolo, sdottorava trattarsi di un atto d'accusa contro il femminicidio. Nonostante l'abitudine alla quaresima registica semi-perenne, questa pensata ci ha colto di sorpresa. Ma perché ribaltare il finale, lasciando intatte le parole che dicono il contrario? Per esaltare il femminismo di Carmen basta e avanza il libretto che presenta una donna libera di scegliere chi vuole amare, fino a pagare con la vita la gelosia dell'amante umiliato (che per lei ha disertato ed è diventato bandito). La pensata del regista Leo Muscato ha finito per oscurare i meriti dei volenterosi cantanti e dell'energico direttore. Anche perché la pistola non ha sparato. Ha fatto «click» e non «boom». Una spettatrice ha ipotizzato: «Forse Carmen si è ricreduta?!». La cilecca del revolver non ha inceppato il vaniloquio dei commenti, anche dopo che il pubblico della nuova Opera di Firenze (sita nell'acropoli renziana delle Cascine), aveva coperto di fischi regista e team creativo. Di questo, cioè del pubblico pagante, qualcuno dovrebbe tener conto. Inutile invocare ipotetici agganci alla realtà - tirati coi denti e ignorare un verdetto negativo così unanime.

Altrimenti si diventa come la casta, che lascia le piazze ai demagoghi e si applaude nei rinfreschi del palazzo comunale, provinciale, regionale, statale eccetera.

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