Cultura e Spettacoli

Radio Padania va sul web, che la Lega snobbava

Ci sono radio decisive per un po' e poi basta. Capita. Prendete Radio Padania Libera, che chiude in questi giorni le trasmissioni in Fm e le prosegue soltanto su «app», su Dab e sul web per dieci ore in diretta dalle 7,30 alle 21. In affanno da tempo, la radio fondata nel 1997 e ora diretta da Alessandro Morelli era arrivata a essere quasi un network nazionale, ascoltabile quindi quasi in tutta Italia, isole comprese. Ora vive soltanto di donazioni, abbonamenti e pubblicità, avendo perduto i contributi pubblici e di partito. Perciò ha venduto le frequenze e al suo posto trasmetterà Radiofreccia. Con la Padania e con Tele Padania era parte del tris comunicativo del partito di Bossi e in radio, oltretutto, è nato ed è cresciuto politicamente Matteo Salvini. Gli ascoltatori erano, secondo l'ultima rilevazione di un paio di anni fa, circa centocinquantamila, fascia anagrafica medioalta così descritta al Corriere della Sera dal conduttore della rassegna stampa Giulio Cainarca: «Dai 40-50 anni in su, se donna casalinga, se uomo piccolo imprenditore o artigiano che ci ascolta dal laboratorio o nel suo capannone». In sostanza quindi Radio Padania prova a galleggiare sfruttando un elemento (il digitale e il web) che la Lega ha drammaticamente trascurato e i suoi elettori pure, visto che chissà quanti si collegheranno via Dab o «app».

A conferma che uno dei peccati che si pagano più cari è l'aver sottovalutato proprio quella rivoluzione web che oggi consente alle idee di circolare lo stesso.

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