Cultura e Spettacoli

Se anche Mattarella riconosce il valore aggiunto della radio

Se anche Mattarella riconosce il valore aggiunto della radio: una realtà che anche gli investitori pubblicitari iniziano a comprendere

Se anche Mattarella riconosce il valore aggiunto della radio

L'altro giorno anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha riconosciuto il valore aggiunto della radio. Aggiunto perché si è rinnovato ed è senza dubbio più «pesante» di quanto sia stato negli ultimi decenni.

Alla presenza di tutti i principali editori radiofonici, compreso Lorenzo Suraci di Rtl 102.5 che è la radio più ascoltata in Italia, ha incontrato il Consiglio di amministrazione del Tavolo Editori Radio guidato da Nicola Sinisi. Un incontro ovviamente formale ma con un significato sostanziale. Anche le istituzioni più alte prendono atto del nuovo rilievo della radiofonia. Dopo la rivoluzione web e tutte le sue ricadute su tv, cinema ed editoria, la radio si dimostra il «media» più reattivo e capace di mantenere il polso della situazione, oltre che il rapporto con il pubblico. «La radio è un elemento ineliminabile e decisivo del tessuto connettivo che tiene insieme il nostro Paese, che è fatto di comunicazione, di conoscenza e di approfondimento. Senza tutto questo sarebbe difficile tenere insieme il tessuto in un paese così grande e articolato come il nostro», ha detto nel suo linguaggio accademico ma centrato sul punto fondamentale. Molto più del web, e molto più capillarmente della televisione, la radio sa tenersi in contatto con gli ascoltatori, riuscendo a distinguere le fasce anagrafiche e culturali e quindi uniformandosi a ciascuna di loro. Una realtà che anche gli investitori pubblicitari iniziano a comprendere.

E che allarma ogni editore che, negli ultimi anni, abbia preso sottogamba il favoloso mondo della radio.

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