Cultura e Spettacoli

Radiogiornale

Qualche anno fa una campagna del genere sarebbe stata considerata una disperata richiesta di aiuto. Oggi è semplicemente la conferma di un dato di fatto, ossia che la radio è il media che meglio ha saputo adattarsi alla rivoluzione della comunicazione, tornando quasi allo splendore di 70 anni fa, quando era sostanzialmente il media più seguito. Perciò la campagna «La radio rende» realizzata da Trip Multimedia Group e promossa da Fcp Assoradio (consultabile sul sito www.laradiorende.it) ha un senso non solo promozionale di ricerca pubblicitaria, ma anche autenticamente celebrativo. Sono 7 spot radiofonici da 30 secondi l'uno che sottolineano la forza della radio e i motivi per i quali è conveniente fare pubblicità sulle reti radiofoniche. Gli spot sono in sostanza un decalogo della radio 2.0, quella che viene ascoltata ogni giorno da circa 35 milioni di italiani, e per questo garantisce un ritorno pubblicitario che a volte moltiplica per 10 l'investimento iniziale. In fondo la radio è social e, grazie a localizzazione geografica, format e orari, consente di individuare con estrema precisione il target richiesto dal cliente pubblicitario. In più è persuasiva e riesce a stuzzicare l'immaginazione degli ascoltatori molto più di quasi tutti gli altri media. In altre parole, la radio non è soltanto una piattaforma pubblicitaria sempre più efficace, ma anche un valido termometro per valutare l'opinione pubblica e l'orientamento di una fascia enorme di persone.

Perciò non sbaglia chi pensa che, a ben oltre un secolo dalla nascita, la radio sia in realtà appena diventata maggiorenne.

Commenti