Cultura e Spettacoli

Radiogiornale

L'ascolto della radio attraverso le «app» è una delle frontiere più promettenti, ma forse meno sfruttate. Attraverso una semplice «app» gratuita è quasi sempre possibile entrare direttamente nel mondo della propria radio di riferimento e, sempre più spesso, ottenere contenuti aggiuntivi e maggiori possibilità di interazione. In più, generalmente il «consumo» di dati è scarso e la qualità audio è perfetta, a differenza di quella in Fm che è sempre vincolata alla posizione di ricezione. Con la «app» basta avere campo sullo smartphone o sul tablet o su qualsiasi altro device collegato a internet. In sostanza, come qui si è già sottolineato, è la quadratura del cerchio per rendere la radiofonia il media più facilmente raggiungibile e a minor prezzo. Però, nonostante si sia nel 2018, gli ostacoli sono ancora tanti. La qualità della trasmissione dati sul web non è così stabile come viene garantito dai provider al momento della stipula dei contratti. E molte emittenti pagano drammaticamente il ritardo di investimenti e ricerca su questo fronte. Risultato? L'affidabilità dell'ascolto tramite «app» è mediamente scarsa per problemi tecnici. Può accadere che «salti» la connessione specialmente in wi-fi, e si sa che non è un'eventualità rara. Oppure che la stessa «app» sia così «pesante», cioè sia chiamata a gestire una tale mole di dati e informazioni da essere di difficile controllo e affidabilità: si perde spesso la connessione, è lentissima, trasmette non sincronizzata all'orario e via dicendo.

In poche parole, come spesso accade, per molti questa promettente frontiera radiofonica è ancora un miraggio.

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