Cultura e Spettacoli

Raoul Bova: "Così sono diventato Giorgio Armani"

L’attore interpreterà il re degli stilisti italiani nella fiction “Made in Italy” e ha rivelato cos’ha dovuto fare per convincerlo e calarsi nella parte

Raoul Bova: "Così sono diventato Giorgio Armani"

Raoul Bova sarà Giorgio Armani nella fiction “Made in Italy”, la prima serie tv che racconterà la nascita della moda italiana negli anni Settanta e che andrà in onda prossimamente su Canale 5. Ospite agli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento, l’attore ha raccontato cos’ha dovuto fare per prepararsi alla parte e soprattutto come è riuscito a convincere il re degli stilisti italiani a questo progetto.

L’ho chiamato per chiedergli il permesso, per capire se fosse d’accordo”, ha rivelato Bova. “Lui – prosegue – non sapeva che avessero proposto a me quel ruolo. Mi ha detto: ‘Ma tu sei troppo bello per fare me, non voglio essere protagonista di questa storia, con te verrebbe troppo fuori il mio personaggio’. Poi mi ha richiamato e mi ha detto: ‘Ci ho pensato, anch’io sono stato bello da giovane. Forse più di te’”.

Raoul Bova: “Mi sono venuti i capelli bianchi”

Impegnato su tre diversi fronti (“Sangue d’arance” di Claudio Fragasso, “Liolà” di Gabriele Lavia e “Derek Rocco Barnabei” di Ago Panini), Raoul Bova aveva già ammesso di aver seguito Armani come un’ombra per parecchio tempo. Sul set di “Made in Italy”, si è poi sottoposto a lunghe sedute di trucco. “Non volevo mettere parrucche, ho voluto imbiancarmi i capelli”, ha raccontato. “Così – aggiunge – me li hanno decolorati, per otto giorni, perché non riuscivano a imbiancarli, prendevano tutti i colori possibili. E quando ho girato avevo proprio i capelli di Armani”.

“Made in Italy”, coprodotta da Taodue Film e The Family per Mediaset, vedrà protagonista un ricco cast (la giovane modella Greta Ferro, Margherita Buy, Valentina Carnelutti, Sergio Albelli, Giuseppe Cederna, Marco Bocci, Fiammetta Cicogna, Maurizio Lastrico, Saul Nanni) e soprattutto indosserà i costumi originali dell’epoca, quelli di firme della moda come Albini, Curiel, Fiorucci, Krizia, Missoni e Valentino che negli anni Settanta e Ottanta hanno reso grande l’Italia nel mondo.

È il momento – ha spiegato Bova – in cui la moda passa da alta moda a prêt-à-porter. Si parla della donna che non è più donna oggetto: Armani l’ha resa più rigorosa. Diceva che non occorre colpire ma lasciare un bel ricordo di sé.

È stato bello vivere come Giorgio Armani, mi sono sentito importante”.

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