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Il re dei mostri torna a turbare i nostri sonni: la natura insorge contro l'uomo che distrugge

Il re dei mostri torna a turbare i nostri sonni: la natura insorge contro l'uomo che distrugge

Era il 1954 quando il regista giapponese Ishirô Honda diede vita a Godzilla, il lucertolone diventato uno dei mostri più conosciuti della storia del cinema. Eppure in pochi sanno che quell'essere enorme e spaventoso è sempre stato ben di più del frutto della fantasia di un regista creativo. Godzilla rappresentava il volto oscuro della natura, che si ribella all'uomo e alla sua mania di giocare a fare Dio. Godzilla, mostro radioattivo, rappresentava il disastro delle conseguenze delle sperimentazioni nucleari che avevano portato alle bombe sopra Hiroshima e Nagasaki.

Da quel primo film, di tanto in tanto Godzilla e il suo messaggio ambientalista e sociale viene riproposto al cinema. Dopo il successo del film del 2014 ora arriva nelle sale italiane, dal 31 maggio, Godzilla II. King of the Monsters, diretto da Michael Dougherty e interpretato dalla star di Stranger Things Millie Bobby Brown insieme con Kyle Chandler, Vera Farmiga e Ken Watanabe.

«In Giappone, dopo tutti questi anni, la gente è ancora affascinata da Godzilla. L'urlo di Godzilla, così lungo e forte, fa paura ma allo stesso tempo ispira compassione. È un urlo triste, Godzilla si ribella alla follia della natura umana», dice l'attore giappones Ken Watanabe, candidato al premio Oscar come miglior attore non protagonista nel 2004 per l'interpretazione ne L'ultimo samurai. Anche fuori dal paese del Sol levante, però, il mostro di Godzilla continua a portare una tremenda responsabilità nel racconto cinematografico.

«Oggi, che si tratti di energia nucleare, rifiuti tossici, cambiamenti climatici o qualsiasi altro abuso degli uomini nei confronti della natura, è solo una questione di tempo: quando la terra respingerà al mittente questi maltrattamenti, il conto da pagare sarà salato - dice il regista Michael Dougherty -. Godzilla non rappresenta la natura malvagia. La Natura di per sé non è malvagia. Godzilla rappresenta il mostro che è dentro di noi, dentro l'uomo, che crea il male. Anzi, Godzilla, al contrario, riporta equilibrio nel mondo, dando una lezione all'uomo che potrà poi ripartire da altre basi, con un insegnamento importante alle spalle».

Era un bambino Michael Dougherty quando girò il suo primo film, con la telecamera dei genitori, una Betamax. La trama? Mostri in combattimento, appunto. «Una tartaruga giocattolo che combatteva contro i pupazzetti di Star Trek in camera mia». Quando parla dei mostri di Godzilla II (e ce ne saranno tanti) il regista sottolinea che per lui sono tutti personaggi dotati di personalità: c'è Rodan che è un pterodattilo, c'è il mostro a tre teste Ghidorah, e la farfalla Mothra, la sua preferita e di più difficile realizzazione. «Femminile e mortale, Mothra è la più protettiva nei confronti del genere umano». Mothra è anche la preferita di Millie Bobby Brown che ha ottenuto il successo con il ruolo di Undici/Undi nella serie tv Stranger Things, perché «è colorata e dotata di grazia», dice la giovane attrice che aveva 13 anni quando ha girato il film e ora, quindicenne, ha appena terminato le riprese in Australia del prossimo capitolo, Godzilla vs. Kong che uscirà nel 2020.

«Il femminino e le donne hanno in questo film un ruolo importante dice l'attrice inglese -, non è usuale che in questo tipo di film di cassetta ci siano così tanti ruoli femminili forti. Ci sono tanti uomini, certo, ma le donne rappresentano figure potenti e meravigliose. È un segno del cambiamento profondo che Hollywood sta portando avanti anche sulle questioni di genere e ne sono orgogliosa».

Anche per Kile Chandler, attore noto principalmente per il ruolo di Gary Hobson nella serie tv Ultime dal cielo, questa nuova saga rappresenta un omaggio ai film originali e al messaggio che portavano: «Come mi ha detto mia moglie questo film è un colpetto sulla testa del pubblico, colpetti affettuosi, come quelli che si danno ai bambini per avere la loro attenzione. Questo film è un benevolo rimbrotto a ognuno di noi. Racconterà un po' di storia - da dove vengono queste creature e perché sono fra noi - e avrà anche un importante messaggio di speranza.

Perché i colpetti sulla testa sarebbero inutili se non si coltivasse la speranza di un futuro migliore».

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