Cultura e Spettacoli

Il regista di Zalone: ​"Così è nato Quo Vado?"

Il regista Gennaro Nunziante, "papà" assieme a Checco Zalone di Quo vado, racconta di come è nato il film con Zalone

Il regista di Zalone: ​"Così è nato Quo Vado?"

Il regista Gennaro Nunziante, "papà" assieme a Checco Zalone di Quo vado, il film evento del 2016 che ha già sbancato il botteghino, intervistato da La Stampa ha raccontato di come nascono i film con Zalone: "Viviamo tutti e due a Bari, poco distanti dal mare, io più vicino alla città vecchia, lui a quella nuova. Le nostre mogli si conoscono, io ho tre figli, quindi sono più impegnato con la famiglia, Luca ha una bambina e adesso capisce meglio anche lui quanto è difficile conciliare le cose. Giriamo per strada, per me è importante andare a fare la spesa, entrare nei supermercati e stare ad ascoltare...Così, a poco a poco, vengono fuori le idee, un soggetto che si modella, si riduce, prende forma. Cominciamo a scrivere a casa mia, poi, per gli ultimi 15 giorni di scrittura andiamo via da Bari. Da bravi meridionali ci facciamo venire un sacco di dubbi, alla fine arriva la telefonata di Valsecchi che ci chiede a che punto siamo e allora siamo obbligati a prendere una decisione e ad andargli a raccontare quello che vogliamo fare". E durante la composizione del film i due si divertono parecchio: "Ridiamo moltissimo...quando, per "Quo vado?" abbiamo scritto della pugnetta all' orso polare non riuscivamo più a smettere, siamo abituati a interpretare le battute fin dal momento in cui ci vengono in mente".

Cosa rimande di Quo Vado? "Tante cose belle - spiega Nunziante - a cominciare dall'atmosfera di Bergen, questa città norvegese molto bella dove abbiamo girato e che non avrei avuto modo altrimenti di visitare e vivere. E poi, questa è la cosa che mi piace di più, la relazione con tutti, ma proprio tutti quelli con cui abbiamo lavorato perché il cinema è assolutamente un lavoro collettivo ed è bello per questo: da Michele il parrucchiere a Mauro il truccatore e poi Francesca e tutte le persone che hanno lavorato e sentito il film come se fosse loro ed è questa la nostra forza. Io mi porto queste cose dietro: tutte le maestranze e i ragazzi con cui abbiamo fatto notte al freddo per girare una scena.

E poi da ieri cominci a portarti dentro il sorriso delle persone quando escono dal cinema, che è il motivo per il quale lavoriamo".

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