Cultura e Spettacoli

"Alla ricerca della felicità, vado a Sanremo e intervisto il Papa"

Dalla Storia alle storie interiori. L'artista prepara un documentario e poi torna a teatro

"Alla ricerca della felicità, vado a Sanremo e intervisto il Papa"

Lui la definisce «una giornata particolare» e si capisce subito perché: «Ho appena incontrato Papa Francesco». Simone Cristicchi prende una pausa da attore e torna per la quinta volta al Festival di Sanremo con un brano che ha un titolo-manifesto della sua nuova fase creativa: Abbi cura di me. «Dopo tanti anni di ricerca storica (memorabile lo spettacolo Magazzino 18 sul doloroso esodo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia - ndr), adesso sono affascinato dalla ricerca interiore». Ed è per questo che nei giorni dell'Ariston presenterà anche un estratto del documentario Happy next - Alla ricerca della felicità. Perciò ieri è entrato in San Pietro: «Ho chiesto al Pontefice se posso intervistarlo».

Sua Santità che cosa ha risposto?

«Si è detto disponibile, la vuole fare ma giustamente cerca una situazione più tranquilla e quindi prenderemo ulteriori accordi».

Come le è sembrato?

«Ha una energia particolare. E, per l'età che ha, dimostra una forza invidiabile. Tutti gli chiedono qualcosa e lui risponde a tutti».

Scusi, Cristicchi, ma perché lo intervista?

«Voglio incontrare persone che possano parlare della felicità. Ognuno di noi è unico. E quindi sento l'uomo della strada, i bambini di un asilo, Renzo Arbore, le suore di clausura. Sto anche cercando Vasco Brondi, che secondo me è un grande poeta. Happy next diventerà un film che forse andrà in tv».

Che cos'è la felicità?

«Per me è un elettrocardiogramma che ha picchi molto alti e poi torna normale o sotto il livello di guardia. Preferisco la gioia, che consente anche di affrontare momenti difficili».

Quali sono le persone più felici che ha incontrato in questo viaggio?

«Sono quelle che vivono in luoghi distanti dal mondo come conventi ed eremi. Uno pensa che una suora di clausura sia una persona in fuga che ha fatto una scelta estrema. In realtà è consapevole e ha una gioia costante. Sa cosa vuol dire autentico?».

Lo spieghi.

«Vuol dire padrone di se stesso e delle proprie emozioni. È la misura tra razionalità e passione».

Baglioni ha detto che siamo in un mondo rancoroso.

«E io gli ho dato ragione sui social prendendomi anche molti insulti. Sono trascorsi 4 anni dalle repliche del mio spettacolo Magazzino 18 che scatenò tante polemiche e mi sembra che oggi i toni in generale siano molto più accesi. L'aggressività si è moltiplicata, si cerca lo scontro».

Sono trascorsi anche dodici anni dalla sua vittoria al Festival con Ti regalerò una rosa.

«Ora torno con Abbi cura di me, una canzone che non riesco neanche a definire. Ha un arrangiamento per piano e orchestra. Nelle strofe utilizzo un parlato alla Ti regalerò una rosa, che è comunque una mia caratteristica. Poi c'è il crescendo. Il brano inizia con il piano e finisce con l'orchestra».

La canzone dà anche il titolo al nuovo disco, che raccoglie alcuni successi e anche un altro inedito.

«Si intitola Lo chiederemo agli alberi. Parla del libro della natura, che ogni volta offre spunti nuovi. L'albero per me è il simbolo della fermezza e dell'accettazione. Rimane lì fermo appoggiato sulle proprie radici e resiste a tutto».

Dove le è venuta l'ispirazione per scriverlo?

«Nell'estate scorsa ho trascorso un po' di tempo in un eremo francescano. Le suore si chiamano allodole francescane e sono immerse nella natura e nel silenzio. Per me una purificazione».

Qual è il suo rapporto con Dio e con la Fede?

«In certi giorni l'esistenza di Dio mi sembra indubitabile. E lo noto dalle cose che vivo, quelle piccole, quelle gioiose. In altri giorni, il dubbio mi viene. Per i grandi maestri, la sofferenza è considerata un insegnamento. Ma non è così facile accettarlo».

Dopo Sanremo torna a teatro?

«Sì chiuderò ad aprile il tour di Manuale di volo per uomo con la regia di Antonio Calenda. E poi farò un po' di concerti estivi.

Ma il teatro rimane sempre con me, mi ha aiutato a comunicare meglio e anche a Sanremo mi servirà».

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