Difficile trovare continuità in un disco che raccoglie brani scritti a distanza di anni e prodotti da ben 29 produttori diversi. Dopo le buone impressioni del primo disco Ora nel 2012, Rita Ora ha litigato con la sua ex etichetta Roc Nation e ha trascorso sui set il tempo libero da popstar (Fats&Furious, per esempio) o nei talent (The Voice e XFactor inglese). Adesso intitola il ritorno Phoenix, come l'araba, ma in realtà Rita Ora non è risorta. È indefinibile. Per carità, voce e personalità ci sono, ma manca un identikit preciso. Dall'edm di Anywhere al pop volatile di Let you love me fino a Lonely together prodotta addirittura da Avicii (morto ad aprile 2018) si perde sempre il filo emotivo.
Tanto valeva pubblicare solo un singolo vincente e ripartire daccapo.
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