Cultura e Spettacoli

La rivoluzione delle scimmie che spazzerà via gli uomini

Spettacolare rivisitazione di un classico del cinema, la pellicola immagina una società di primati dove regna l'uguaglianza. Imposta da una dittatura

La rivoluzione delle scimmie che spazzerà via gli uomini

da Los Angeles

L'associazione animalista Peta, che si occupa molto seriamente della protezione degli animali nella realizzazione dei film, si può ritenere soddisfatta. Nessun animale è stato ferito, leso o offeso nel corso delle riprese di Apes Revolution-Il pianeta delle scimmie (Dawn of the Planet of the Apes) del regista Matt Reeves, in uscita mondiale l'11 luglio e che il 30 arriverà nelle sale italiane. Il film è il seguito di L'alba del pianeta delle scimmie (Rise of the Planet of the Apes) di Rupert Wyatt del 2011 e «reboot» della premiata serie degli anni 60' e '70 con Charlton Heston. Come scrivono i media americani, è un incrocio tra Peta e Weta, la compagnia di effetti visivi digitali fondata da Peter Jackson, che utilizzato la tecnologia motion-capture, avvalendosi ancora una volta del genio di Andy Serkis, l'attore inglese bravissimo a mimare i movimenti dello scimpanzè Caesar.
«Questo è di sicuro il film motion-capture più ambizioso di sempre» dice Serkis, noto per aver fatto la stessa cosa con Gollum ne Il Signore degli Anelli e il gorillone di King Kong del suo compare Jackson.

Apes Revolution inizia 10 anni dopo la ribellione dei primati super-intelligenti (questioni di ingegneria genetica) guidata da Caesar a San Francisco. Un letale patogeno ha spazzato via gran parte dell'umanità. Non a caso nel film non appaiono umani fino a quando viene scoperto un avamposto di sopravvissuti, guidati da Gary Oldman, Jason Clarke e Keri Russell. I quali finiscono per scontrarsi con Ceasar e il suo onnipotente clan. «È un film tutto di scimmie - conferma il regista Reeves - immergiamo lo spettatore nella cultura che le scimmie hanno creato, prima d'esser costretti a difenderla».

James Franco, protagonista del precedente L'alba del pianeta delle scimmie, si vedrà in alcuni flashback presi dalla pellicola del 2011, una sorta di ruolo cameo di cui Franco non era stato nemmeno informato. «Lo avessi saputo, non avrei dato il mio permesso - ha affermato. Si dice infatti che Franco avesse chiesto troppi soldi per L'Alba e che la produzione (Fox) gli abbia dato il benservito, riscrivendo il copione con altri personaggi umani. Si dice altresì che l'imprevedibile e capriccioso Franco non l'abbia presa bene.

Il film è ispirato al romanzo di fantascienza di Pierre Boulle del 1963, alla base della mitologia che narra di un mondo in cui le scimmie hanno sviluppato la loro civiltà e i rari umani rimasti si vedono poco (e/o sono diventati schiavi).

Nel nuovo film gli umani sopravvissuti al nuovo ordine mondiale tentano di ripristinare l'elettricità a San Francisco. È qui che incontrano e si scontrano con la tribù guidata da Caesar, la creatura orfana cresciuta in laboratorio dotata di intelligenza e capacità superiori.

«Caesar ha creato una società in cui vige totale eguaglianza tra orangutan, scimpanzé e gorilla - spiega Andy Serkis. «C'è tutta una serie di credenze imposte alla collettività e regole su cosa si puó fare o meno. Ceasar è un leader egalitario. È un dittatore democratico e illuminato, se ne è mai esistito uno nella storia».

«Nel film tutto è raccontato dal punto di vista delle scimmie», dice Keri Russell (già protagonista della nota serie TV The Americans), che come tutto il cast e la produzione ha presenziato giovedì sera alla sfarzosa prima del film a San Francisco. «Le scimmie stanno imparando a conoscere se stesse, e quindi oltre all'aspetto primitivo e tribale c'è una dimensione di auto-coscienza e scoperta del sé con cui noi umani ancora stiamo facendo i conti - continua- La storia parla soprattutto di come sia possibile ereditare le meraviglie del pianeta Terra. Credo che il seguito dovrebbe essere Il pianeta delle scimmie e degli umani. Sarebbe bellissimo riscoprire tutto anche dal nostro punto di vista, in armonia col resto della natura».

L'alba del pianeta delle scimmie, girato con un budget di oltre 100 milioni di dollari, a prescindere dall'esito al box-office verrà ricordato come il primo film che ha utilizzato il motion-capture a tappeto. «Invece che nei teatri di posa approntati ad hoc, per queste riprese speciali abbiamo girato tutto sul posto», spiega il regista Reeves. «Abbiamo effettuato il capture all'aria aperta, tra New Orleans, Vancouver e la stessa San Francisco, girando tutto in 3-D.

Quando vedete i boschi, sono i veri boschi dove abbiamo girato: anche Serkis stava lì, facendo finta di essere Caesar. Nessuno aveva mai tentato questo modo di girare prima di noi. Per questo le scimmie del film sembrano davvero più abili e intelligenti degli umani.

Mi spiace dirlo, ma non esiste addestratore al mondo più bravo a muovere uno scimpanzè di un mimo come Serkis e dei nerd della Weta».

Commenti