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Robin Wright: lotta per la parità retributiva in House of Cards

L'attrice Robin Wright, che nella serie tv House of Cards veste i panni della first lady di ghiaccio Claire Underwood, ha confessato di avere reclamato il suo diritto di essere pagata quanto la co-star Kevin Spacey

Robin Wright: lotta per la parità retributiva in House of Cards

Una battaglia per ricevere una paga pari a quella dell suo illustre collega Kevin Spacey: a ingaggiarla è stata la protagonista di House of Cards, Robin Wright, ieri ospite al Rockfeller Center di New York, dove ha confessato al pubblico le sue vicissitudini dietro le quinte.

La Wright ha dichiarato di essere stata costretta a minacciare i suoi capi di rendere pubblica la situazione, se non avessero accettato di corrisponderle una retribuzione pari alla sua controparte maschile. “Era un paradigma perfetto. Ci sono davvero pochissimi film o serie televisive nelle quali l’uomo, il patriarca, e la matriarca sono uguali. E lo sono in House of Cards - ha dichiarato l’attrice - Mi sono detta: voglio essere pagata quanto Kevin”.

Una reazione degna del personaggio da lei intepretato nel popolarissimo thriller politico targato Netflix, in cui Robin Wright veste i panni della first lady di ghiaccio Claire Underwood, moglie e co-cospiratrice del presidente Frank Underwood, un magistrale Kevin Spacey. Wright ha inoltre diretto diversi dei 52 episodi andati in onda e sia lei che Spacey compaiono tra i direttori esecutivi della quinta stagione di House of Cards. “Guardando alle statistiche il personaggio di Claire Underwood era più popolare di quello di Frank per un certo periodo. Così ho sfruttato al meglio la cosa” ha aggiunto.

A New York per promuovere la propria campagna per porre fine al saccheggio delle risorse naturali del Congo, Wright ha confessato al pubblico che l’ottenimento del successo è stato intaccato dall’essere diventata madre, durante il suo matrimonio con Sean Penn: “Dal momento che non lavoravo più a tempo pieno, non riuscivo ad assicurarmi un reddito. Se non lo costruisci… con la notorietà e la presenza, non sei più nel gioco. Diventi un attore di serie B. Non sei materiale da box office”.

Wright è solo l’ultima di una serie di attrici di alto profilo che hanno fatto sentire la propria voce in materia di gap retributivo di genere, tra le star di Hollywood. Nel 2015 era stata Jennifer Lawrence, protagonista di Hunger Games, a scagliarsi contro la paga superiore corrisposta agli uomini nell’industria del cinema.

Anche Patricia Arquette aveva colto l’occasione della sua premiazione agli Oscar per chiedere parità retributiva e diritti per le donne a Hollywood.

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