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Quel «salvataggio» del Monte Calvario nella lontana Slovacchia

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Quel «salvataggio» del Monte Calvario nella lontana Slovacchia

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Se il debutto di «Restituzioni» avvenne in Veneto nell'89 con il restauro di una decina di opere, oggi la 17esima edizione presenta 145 pezzi d'arte recuperati e studiati e per la prima volta si reca anche oltreconfine, grazie a un intervento particolarmente significativo.

Siamo nella Repubblica Slovacca, a Banská tiavnica, famosa per un Calvario che somiglia molto ai nostri Sacri Monti. «Restituzioni» si è interessata del recupero di tre rilievi lignei settecenteschi inseriti in questa Via Crucis potente, voluta da un tenace padre gesuita dell'epoca. Il Monte Calvario, con tutte le sue stazioni, è un'opera realistica e spettacolare nella sua complessità, ma ha vissuto una lunga stagione d'incuria. Il degrado delle sculture e delle architetture del complesso devozionale era arrivato a tal punto che, nel 2007, il sito fu inserito nel World Monuments Funds dedicato ai luoghi d'arte più a rischio del pianeta. Una scelta che ha scosso la comunità slovacca: è stata la gente di Banská a voler riaprire la fondazione che anticamente tutelava il Calvario e che era stata abolita durante gli anni del regime comunista. Il restauro dei tre bassorilievi lignei, sostenuto da Intesa Sanpaolo grazie al suggerimento di Vub Banka, la banca del gruppo presente in Slovacchia, ha così un significato profondo, come racconta Michele Coppola: rappresenta infatti una prima restituzione alla popolazione locale della sua identità e della sua storia devozionale, a lungo repressa e taciuta. Al termine della mostra milanese, gli originali restaurati andranno nel museo della città slovacca e copie in resina saranno inserite nel suggestivo percorso. L'obiettivo è il ripristino di tutti i manufatti del complesso per poi creare un polo turistico artistico-religioso che possa dare respiro a tutta la regione.

FAm

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