Cultura e Spettacoli

Lo «Schiaccianoci» di Balanchine è un classico

Lo Schiaccianoci è un rituale collettivo-familiare natalizio in molti Paesi. La Scala lo ha ripreso nel periodo perfetto, fra Natale ed Epifania, presentando una coreografia ormai storica, quella che il grande George Balanchine realizzò più di sessant'anni or sono per il suo New York City Ballett. Una coreografia che esalta il fanciullino presente in ogni spettatore, non solo nei tanti bambini e ragazzi che assistevano allo spettacolo portati dai genitori. Lo Schiaccianoci di Balanchine richiede la partecipazione importante di molti danzatori in erba durante la festa della vigilia di Natale che apre il balletto in due atti di Cajkovskij (i bravi allievi della Scuola di Ballo scaligera), senza dimenticare il Coro di voci bianche che vocalizza arabeschi onirici nel viaggio della protagonista verso il fantastico Regno dei Dolci. La parte nuova dello spettacolo erano scene e costumi, immaginati da Margherita Palli nel rispetto della narrazione di Balanchine, in giusto equilibrio fra stilizzazione di un Biedermeier che guarda avanti verso lo Jugendstil e i luoghi deputati come le classiche quinte nevose per il sublime balletto in bianco dei fiocchi di neve. Davvero incantevole e riuscito il suo lavoro, come la presenza dei primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko nella principesca apoteosi del passo a due. Meritorio l'impegno complessivo della Compagnia di ballo scaligera.

Direzione musicale affidata a Michail Jurowski: pratica con sapore un po' agreste, cioè badante a separare la melodia dall'accompagnamento come il grano dal loglio.

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