Cultura e Spettacoli

Sfida tra cattivi per sfidare James Bond

Le autocandidature eccellenti di chi vuole interpretare il nemico di Daniel Craig nel prossimo 007

Sfida tra cattivi per sfidare James Bond

Malvagità e prudenza vanno d'accordo, perché la cattiveria va celata, volendo nuocere sul serio. Per cui non meraviglia che adesso, mentre sale la febbre intorno a Non c'è tempo per morire, il prossimo 007 firmato Sem Mendes e che vedremo nell'autunno del 2015, si dice e non si dice il nome di chi dovrà indossare la maschera del «villain». Il cattivissimo che, solitamente, dà filo da torcere all'agente segreto più famoso del mondo e che risulta quasi più importante della bellona di turno. Uno sparring partner degno di Daniel Craig, insomma, qui al suo quarto ruolo bondiano e insolitamente calato nelle vesti consunte d'un tipo avanti nel tempo e nelle dolorose seccature della vita. Chi ricorda l'ultimo perfidone di Skyfall, quello Xavier Bardem biondo platino in versione gay e abile staffilatore delle parti basse di 007, saprà immediatamente che sarà arduo esserne all'altezza.

Però c'è un titolo forte come Devil may can (in sostanza, il diavolo potrebbe farcela) e l'autore, Sebastian Fauls, nel 2008 lo diede alle stampe per il 100esimo anniversario della nascita di sir Ian Fleming, padre biologico di ogni 007, senza pensare che in quattro giorni ne avrebbe vendute 44mila copie. E se c'è di mezzo il diavolo, gli attori che sbavano per ottenere la parte dell'ispirato dalla Bestia non si contano. C'è pure chi, come Matt Smith, famoso Dr Who, mette le mani avanti dicendo: «Non sono abbastanza prestante per la parte del cattivo nel nuovo James Bond: qui serve un perfido killer» e giù lodi per l'«insuperabile» Bardem, l'unico in grado di gigioneggiare e spingere Bond a giocare sul versante gay. E se le star della tivù inglese fanno pressioni per mettersi in prima fila, come Benedict Cumberbatch, Khan maledetto nel secondo Star Trek di J.J.Abrahams, i divi a stelle e strisce non stanno a guardare. In pole position troviamo l'inossidabile Bruce Willis, al quale la recente paternità ha donato una grinta ulteriore. Ed eccolo proporsi per il ruolo: è stagionato, Die Hard, le rughe gli donano e sa come si mena. Inoltre, Bruce «duro a morire» è un divo globale: infatti ha già dichiarato che per lui «sarebbe un sogno».

Nelle more di ogni possibile avveramento, s'è proposto anche Daniel Radcliff, smanioso di buttare alle ortiche, per sempre, l'aura del maghetto di Harry Potter. Il pessimo soggetto l'ha già interpretato nell'horror The Woman in Black, quindi non gli manca l'esercizio. Tuttavia, il fisico non lo assiste: bassino, spalle strette e faccetta più nevrotica che inquietante, Daniel deve studiare assai da «villain». Altro che autocandidarsi dalle colonne del Sun: ci vorrebbe prima una cura ricostituente. I più attempati, o i fans duri e puri hanno bene in mente la stazza del nostro Adolfo Celi, l'unico malvagio made in Italy che la celebre serie ricordi. Una benda sull'occhio, l'apparenza calma e le mani leste a ogni nequizia, Celi fece la metà del successo di Thunderball - Operazione tuono.

Pure Joseph Wiseman, in versione Dr No, faceva la sua figura di canaglia e anche Donald Pleasance, a capo della Spectre, faceva tremare vene e polsi, quando accarezzava il gatto (sempre prima di mandare 007 a farsi friggere). Che dire del pelato Telly Savalas, perfidissimo ne Al servizio segreto di Sua Maestà? Il suo crapone lucido resta insuperato. Niente male pure Christopher Lee, Dracula fatto e finito e persino cugino di Ian Fleming: fu un Francisco Scaramanga da manuale.

La posta in gioco è alta e qua, dopo 1,1 miliardi di dollari guadagnati da Skyfall al box-office mondiale, il cattivo va scelto in fretta e bene: non c'è tempo per morire.

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